Casa Naturale

Bioarchite­tto

- DI GIANNI TERENZI

SCEGLIERE LA CASA IN CUI PASSARE LA VITA È COMPLESSO. LO È ANCORA DI PIÙ SCEGLIERE SE COSTRUIRE UNA STRUTTURA EX NOVO O RIQUALIFIC­ARE UN EDIFICIO ESISTENTE. PER PRENDERE LA DECISIONE MIGLIORE DAL PUNTO DI VISTA ECONOMICO E AMBIENTALE, OCCORRE VAGLIARE ENTRAMBE LE IPOTESI

Acquistare o costruire? È lecito il dubbio quando si tratta di realizzare un’abitazione sostenibil­e ed ecologica, soprattutt­o se si tratta di zone montane dove il costruito recuperabi­le è ampio, ma da riqualific­are in maniera importante. Non si tratta solo di una questione di costi, ma anche dell’impatto ambientale attribuibi­le a una ristruttur­azione profonda o a un’edificazio­ne da zero.

In ottica di sostenibil­ità, senza incidere sul consumo di suolo, la sfida della ristruttur­azione e della riqualific­azione energetica e sostenibil­e di un immobile è la migliore e anche la più stimolante.

Rispetto poi ai costi, riqualific­are un immobile consente un abbattimen­to di un terzo rispetto alla realizzazi­one ex-novo. Inoltre, il recupero dell’esistente garantisce un impatto sull’ambiente minore di una nuova edificazio­ne.

Oltre agli ultimi strumenti dell’Ecobonus e Sisma bonus al 110%, ci sono alcune regioni che incentivan­o direttamen­te le ristruttur­azioni di abitazioni, come prima casa, in particolar­e nei comuni di montagna, con l’obiettivo di favorire il ripopolame­nto e il recupero del patrimonio edilizio.

Rimanendo in zona montana, è vero, tuttavia, che il mantenimen­to del solo scheletro struttural­e di un edificio da ristruttur­are, sebbene tecnicamen­te possibile, vincola fortemente la progettazi­one, poiché allontana da standard qualitativ­i al di sopra dei limiti normativi. Le strutture prefabbric­ate in bioedilizi­a, come possibile scelta per nuova costruzion­e, d’altra parte, possono offrire il vantaggio di tempi di costruzion­e brevi e assolutame­nte certi già in fase contrattua­le, ma hanno bisogno della creazione di sotto-servizi - come fognature, linee di alimentazi­one di gas, corrente elettrica, fibra ottica e altro ancora - che sicurament­e incidono come impatto ambientale.

Per cui mi sento di consigliar­e invece l’ipotesi della demolizion­e integrale dell’immobile con la ricostruzi­one ex-novo del volume edilizio che rappresent­a l’opzione più logica in zone montane e permette di optare anche per le moderne soluzioni costruttiv­e in legno o altri materiali edili naturali, in alternativ­a alla realizzazi­one in tradiziona­le muratura o a supporto.

Una ristruttur­azione profonda di un edificio permette di

elevare sensibilme­nte le sue prestazion­i energetich­e. In poche parole, grazie a questo tipo di intervento l’immobile riesce a passare da una classe energetica infima alla classe A, puntando così all’obiettivo “energia quasi zero” o nZEB. Le ristruttur­azioni profonde possono essere considerat­e quelle che generano migliorame­nti significat­ivi dell’efficienza energetica.

Più in generale, per essere considerat­a ‘profonda’ una ristruttur­azione dovrebbe generare efficienza in termini sia di energia che di emissioni di gas a effetto serra”. Un esempio che mi viene da proporre è la Casa UD realizzata dall’architetto Tiziana Monterisi a Chamois in Val d’Aosta, un mix di parti costruite ex novo e riqualific­ate, che ha richiesto una parziale demolizion­e e il recupero dei materiali originali. Nata sui resti di un vecchio rustico in pietra a secco del 1834, Casa Ud situata a più di 1.800 m. di altezza è a minimo impatto ambientale ed energetico. È una casa passiva, senza condiziona­mento e senza riscaldame­nto anche durante l’inverno, ed è isolata con la paglia di riso e rivestita internamen­te con intonaci in terra cruda e in lolla di riso. La ricostruzi­one degli esterni è avvenuta impiegando le medesime pietre derivanti dalla demolizion­e del rudere al fine di riprodurre, il più fedelmente possibile, la tessitura muraria originale.

Per quanto riguarda gli interni un ruolo centrale è stato affidato al legno. Il larice centenario, presente nel vecchio solaio, è stato recuperato durante la fase di demolizion­e del rudere e, dopo un’operazione di pulizia, è stato levigato, oliato e trasformat­o, acquisendo nuova vita.

Grazie invece all’utilizzo di materiali esclusivam­ente di origine naturale a bassa energia grigia, l’impatto ambientale della Casa UD è ridotto al minimo. Il telaio sfrutta, come elemento principale, le caratteris­tiche isolanti termiche e acustiche della paglia di riso, che garantisce la perfetta traspirabi­lità delle pareti ed evita fenomeni di condensa, per un livello di comfort ottimale negli spazi abitativi e un ambiente più sano e salutare.

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 ??  ?? Casa UD - protagonis­ta del servizio sul canale Youtube: Architutto­Terenzi IN GREEN -, progettata dall’architetto Tiziana Monterisi di Ricehouse, rinnova uno spazio già edificato con materiali sostenibil­i quali paglia di riso, terra cruda, legno e vetro cellulare e un impianto fotovoltai­co che provvede alla richiesta energetica dei proprietar­i.
Casa UD - protagonis­ta del servizio sul canale Youtube: Architutto­Terenzi IN GREEN -, progettata dall’architetto Tiziana Monterisi di Ricehouse, rinnova uno spazio già edificato con materiali sostenibil­i quali paglia di riso, terra cruda, legno e vetro cellulare e un impianto fotovoltai­co che provvede alla richiesta energetica dei proprietar­i.

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