Casa Naturale

Spazio verde

Nel torinese una tecnica di coltivazio­ne al 100 % home made replica il metodo naturale delle foreste per nutrire il terreno. Una soluzione innovativa e sostenibil­e per l’orto, il giardino, il frutteto ma anche per le piante da appartamen­to e terrazzo

- DI STEFANO BOSCO

Si chiama Ramaglie ed è un progetto basato su una tecnica di coltivazio­ne innovativa e a km 0 attraverso l’utilizzo di cippato di rami freschi. Una soluzione virtuosa e sostenibil­e che porta la firma di due giovani torinesi, Marta Mariani e Luca Cappuzzo. Hanno ripreso il metodo di Jacky Dupety, noto agricoltor­e francese che ha importato questa tecnica direttamen­te dal Canada. L’obiettivo è replicare il metodo naturale delle foreste, che si rigenerano e vivono grazie alle foglie e ai rametti che, cadendo sul terreno, lo proteggono e, decomponen­dosi, lo nutrono. La lavorazion­e del cippato è fatta tutta in casa. Marta e Luca, infatti, utilizzano unicamente le ramaglie fresche di arbusti autoctoni tipici della flora piemontese, dal frassino al salice, dal carpino, al tiglio, al nocciolo, che coltivano personalme­nte nei terreni dell’azienda agricola Knot Garden di Luca Cappuzzo nel torinese. «Non utilizziam­o rami secchi e neanche scarti delle potature - ci spiega

Marta Mariani -. Innanzitut­to, perché le ramaglie fresche sono molto più nutrienti e, in secondo luogo, perché, se le coltiviamo direttamen­te noi e non le reperiamo da altri, siamo certi che non siano stati utilizzati diserbanti, insetticid­i o concimi chimici».

Gli arbusti vengono tagliati o

potati in modo da selezionar­e i rami migliori che, a loro volta, sono poi triturati grazie a un cippatore. Il cippato prodotto artigianal­mente viene fatto riposare all’interno di un bosco nella tenuta di Cappuzzo fino a quando non è pronto (in media tra le due settimane e un mese), in modo che venga colonizzat­o da microrgani­smi e funghi, ricchi di sostanze nutritive.

Una volta concluso questo processo viene impacchett­ato e consegnato ai clienti.

Il cippato di ramaglie fresche può essere utilizzato come semplice pacciamatu­ra, alla base di piante già esistenti, oppure miscelato al terriccio di coltivazio­ne. In entrambi i casi, grazie alla sua decomposiz­ione, rende più fertile il terreno, ne aumenta la produttivi­tà e favorisce la crescita delle piante. Facilita infatti la proliferaz­ione di microrgani­smi nutrienti e il conseguent­e riequilibr­io naturale del luogo. Non solo. Il cippato protegge il terreno dalle erbe infestanti e dagli agenti atmosferic­i e funge da preziosa riserva idrica contrastan­do la siccità durante i mesi più caldi, con una sensibile diminuzion­e del fabbisogno idrico del terreno. «Il nostro cippato può essere utilizzato in qualsiasi stagione – prosegue Marta Mariani – nell’orto di casa, nel proprio giardino o direttamen­te all’interno dei vasi. Solitament­e facciamo una prima posa con una grande quantità e poi rintuzziam­o a seconda delle singole necessità e delle condizioni del luogo. Ad esempio, più l’ambiente è umido e più ce n’è bisogno, ma in media possiamo dire che la durata del cippato posato è di circa un anno – un anno e mezzo». ramagliein­giardino@gmail.com

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