BONUS EDILIZIA PER “RIFARE IL TRUCCO” ALLE FACCIATE
Alla bellezza delle nostre città concorre anche lo stile delle facciate che le animano. Sono le pareti più “nobili” degli edifici e possono fare la differenza nell’arredo urbano. Per questo curarle e abbellirle è una scelta strategica. Non è un caso quindi, sia nata un’agevolazione fiscale dedicata interamente a loro, il Bonus Facciate. Ne parliamo con Valeria Erba, presidente ANIT.
Come funziona questa agevolazione fiscale?
«Il Bonus Facciate è abbastanza semplice, può essere richiesto per interventi realizzati nell’arco del 2020, dal primo gennaio al 31 dicembre, con un riconoscimento del 90% dei costi sostenuti per il miglioramento appunto delle facciate. Le spese possono riferirsi anche solo alla pulitura o alla tinteggiatura, ma può essere richiesto esclusivamente per edifici collocati nelle zone A o B».
Quali sono le zone A e B?
«La A sostanzialmente corrisponde al centro storico, la B riguarda il tessuto urbano quasi totalmente edificato. La ragione primaria per cui è stato ideato il bonus infatti, è quella di migliorare l’aspetto estetico delle nostre città e favorire gli interventi su edifici di particolare pregio».
Un’operazione importante. Farà davvero bene al territorio italiano?
«Sicuramente gioverà, ma certo è stata concepita in un modo che limita profondamente le prospettive di miglioramento dell’edilizia in termini di sostenibilità ambientale».
Cosa intende?
«Questo incentivo nasce per rispondere alla necessità di favorire il recupero di beni culturali, soprattutto quelli del patrimonio sotto tutela, che per loro natura non possono accedere ad altri finanziamenti, come l’Ecobonus o il Superbonus, perché per ragioni strutturali non sono in grado di realizzare interventi invasivi e modificare le loro caratteristiche in termini di isolamento. Nella maggior parte dei casi però, l’isolamento diventa imprescindibile nel momento in cui deve essere rifatto più del 10% dell’intonaco. Quindi, se difendere il lato estetico è importante, preservare e incentivare quello di sostenibilità ambientale è sostanziale e questa è una grave miopia della misura messa in campo dal governo che consentirà a molti di tinteggiare e beneficiare della sostanziosa detrazione, senza preoccuparsi di ragionare e prendere provvedimenti per migliorare le prestazioni termiche delle proprie abitazioni».
La bellezza, come si sa, non è tutto e questo vale anche in edilizia. Quanto è importante invece, l’isolamento di un edificio?
«Direi che è fondamentale, l’isolamento contribuisce in modo concreto a ridurre le dispersioni termiche e quindi il consumo dei combustibili e dell’energia impiegati per riscaldamento e raffrescamento.
Sono ovvi i vantaggi economici per le tasche dei cittadini, ma ne consegue anche la riduzione degli inquinanti che, in un’ottica di sostenibilità ambientale, non possiamo davvero permetterci di trascurare».
A sostegno del comparto edile sono fiorite numerose agevolazioni che però mettono al centro l’attenzione all’ambiente. Quali sono? Le facciate ne possono usufruire?
«In effetti ci sono altre agevolazioni, con punti di forza e di debolezza.
C’è l’Ecobonus, che per interventi di riqualificazione energetica consente di ottenere una detrazione fino 65% per unità unifamiliari e fino al 75% per condomini, che può arrivare all’85% se si interviene anche sulla sicurezza dal rischio sismico. È un’opzione molto interessante, da valutare tenendo presente che si articola in vari tetti di spesa ammessi per vari tipi di interventi che possono includere anche le facciate. La più generosa è il Superbonus, che prevede una detrazione addirittura del 110% da recuperare nell’arco di 5 anni, non 10 come nel caso dell’Ecobonus e del Bonus Facciate. Proprio a fronte di tanta generosità però, l’accesso non è banale e deve riguardare azioni complesse che includono il doppio salto di classe energetica dell’edifico».