CHE COS’È UNA CASA SULL’ALBERO?
Si fa presto a dire “casa sull’albero”. Ma sotto questa etichetta si radunano diverse tipologie di struttura e, in realtà, nessuna può essere considerata, formalmente e legalmente, un’abitazione a tutti gli effetti. Davide Torreggiani, responsabile dell’azienda Sullalbero srl ci aiuta a fare chiarezza
Perché costruire una casa su un albero?
Quando l’uomo si allontana da terra, si eleva fisicamente. Cambia prospettiva e campo visivo, assumendo un punto di vista nuovo. Si sposta in una posizione più alta, che stimola suggestioni di natura spirituale e ancestrale. Un rifugio sollevato dal terreno consente all’uomo di sentirsi più protetto e lontano da ciò che di brutto lo circonda. Ma non solo: attraverso una casa sull’albero si osservano le chiome da dentro, rami e foglie sono vicini e raggiungibili. Insieme alla barriera verso il mondo, che chi si trova in questa costruzione può edificare per sviluppare una nuova relazione con se stesso, una struttura di questo tipo crea una comunicazione con la natura. Si osserva il verde dal suo interno e il corpo si sente protetto, come in un nido che è, appunto, la casa sull’albero.
Che cos’è, da un punto di vista urbanistico, una casa sull’albero?
Le normative e le procedure per questo tipo di struttura possono creare confusione perché, in generale, sono molto complesse. A seconda dalla tipologia del manufatto che si progetta e del luogo in cui lo si installa, si fa riferimento alla normativa generale delle costruzioni emanata dal nostro legislatore. Nello specifico, si può parlare di giochi a uso residenziale oppure di strutture ludico-ricreative destinate a usi pubblici. Oppure, in caso la struttura sia più importante, questa può risultare come un volume accessorio alla pertinenza principale con scopi diversi. O, ancora, può essere un’altana per osservare il paesaggio. Infine, può essere considerata come un volume adibito ad attività di natura differente tra cui, quella turistica. In quest’ultimo caso, l’iter urbanistico autorizzativo non cambia dalle procedure riferite a strutture a terra tradizionali.
Come ci si può orientare tra queste pratiche?
Ci si affida a un tecnico esperto in questa tipologia particolare di manufatto. Senza esperienza non si ottiene molto, anzi, si rischia che per la pubblica amministrazione risulti troppo complesso. La struttura “gioco” deve essere certificata in conformità con la regolamentazione (normativa Europea) riguardante le strutture ludico ricreative a uso residenziale o uso pubblico adottata da ogni Comune. Mentre per una struttura a scopo turistico le modalità autorizzative sono le medesime previste dal testo unico dell'edilizia per gli altri edifici. Questo, quindi, è l’iter: progetto, domanda di permesso a costruire, presentazione al genio civile per le autorizzazioni di natura ingegneristica e sismiche. Non sono, infatti, il design o la forma, il legno o l’altezza dal suolo a cambiare la natura di una costruzione. Importante è analizzare il luogo - il terreno - dove si vuole realizzare una casa sull’albero e le sue caratteristiche urbanistiche sulla base delle regole dettate dallo strumento relativo comunale. A tutto ciò fanno eccezioni alcune regioni o comuni che hanno introdotto una regolamentazione specifica per le case sull’albero a livello turistico-ricettivo per potenziare il fenomeno, ma che escludono le residenze private da questo tipo di procedura. In Italia non c’è chiarezza e occorre lavorare sulla singola pratica e sullo studio della fattibilità urbanistica con esperti che identificano qual è la miglior soluzione da presentare al comune per ogni situazione e ogni casa.
Quindi, di fatto, in una casa sull’albero non si può realmente vivere in maniera stabile?
Anche se si chiama così, quella sull’albero non può essere una casa a tutti gli effetti. Non può essere indipendente e abitabile tutti i giorni a tutte le ore, per lo meno in Italia e con le abitudini di vita attuali. È difficile realizzare una cucina, un bagno, un box auto e tutto ciò che è ricollegabile a una vita dignitosa in una casa, e dimostrarne la presenza in quanto sono caratteristiche fondamentali anche dal punto di vista autorizzativo. I requisiti per vivere bene su un albero non sono sufficienti. Una casa di questo tipo non può pertanto, per lo meno in Italia, essere classificata come abitazione indipendente, ma deve essere legata a un edificio principale. Poi ci si può vivere, ma questo non la fa diventare, dal punto di vista urbanistico, un’abitazione a uso residenziale. A livello pratico, possiamo svolgere all’interno della casa ogni tipo di attività, ma dobbiamo considerare che stiamo entrando nella sfera della relazione con il paesaggio e, in particolare, con l’albero, che è un altro essere vivente.
Come sarebbe meglio vivere, dunque, la relazione che si instaura tra noi, la casa e l’albero?
Dipendiamo da lui e non dobbiamo dimenticarci che siamo suoi ospiti. Per cui dobbiamo mantenere il massimo del rispetto e dell'intelligenza. Se un cliente mi chiedesse di costruire su una quercia di cento anni una casa con tanto di lavatrice, lavastoviglie e con un garage sottostante, rifiuterei l’incarico perché sarebbe un’azione sbagliata, anche se esistesse il modo urbanistico per farlo. Una casa sull’albero è una casa nella natura che esiste e lavora in relazione con essa. L’idea è non sottomettere la pianta per abitarla, ma costruire con lei una relazione di rispetto e cura e lasciando entrare il verde nel proprio mondo.