COME SI COSTRUISCE UNA CASA SULL'ALBERO?
Per costruire una casa sull’albero occorre tenere conto di molti fattori, primo fra tutti l’albero, che condiziona la forma e il tipo di struttura che si può realizzare. Quando si pensa a un tipo di progetto del genere, è bene tenere presente che la pianta è un essere vivente e, come tale, va trattato con delicatezza e, in secondo luogo, appartiene a un mondo diverso dal nostro in cui scegliamo di immergerci
Una casa sull’albero è uno sfizio. È il sogno di un bambino, ma anche il sogno di un adulto. E per renderlo realtà occorre osservare lo spazio che andrà a occupare – che può essere grande come molto piccolo – per metterlo in relazione con, da una parte, un albero e, dall’altra, la persona. Occorre mettere insieme tutti gli ingredienti per dare forma a un oggetto su misura, unico e irripetibile, che si trasforma se uno di questi elementi cambia aspetto. In questo percorso, molte sono le difficoltà che si incontrano e tanti sono i fattori da considerare: dalla tipologia edilizia con cui si andrà a classificare la struttura alle funzioni vere e proprie che ricoprirà.
Come scegliere la pianta adatta?
A volte non abbiamo libertà di scelta nella tipologia di pianta. L’importante è che sia un albero resistente e dal diametro sufficientemente ampio. Poi sulla base della sua conformazione si può progettare un tipo di struttura differente. Ovviamente piante fragili e troppo sottili non potrebbero reggere il peso di una casa, ma dal frassino, alla quercia, al pioppo, analizzando ogni esemplare, è possibile sviluppare un progetto che incontra la forma della pianta e la sua flessibilità e, insieme, l’idea che si ha della casa. Peraltro, la casa sull’albero non necessariamente deve usare l’albero come supporto. Anzi, la normativa (per es. per le case sull’albero ricettive in Regione Piemonte) dice il contrario: la struttura deve scaricare a terra tramite pilastri in legno. Si sceglie la pianta adatta non tanto per fini strutturali – perché se anche la pianta fosse esile, o giovane, o non sana, la struttura potrebbe essere risolta in vari modi – ma piuttosto perché si trova in un luogo adatto (per esempio in cima a un declivio, o in mezzo a un prato ampio, oppure in una piccola macchia ombreggiata), perché la pianta stessa ci piace in maniera speciale, o perché ha una valenza particolare che la rende ‘magica’ e ci fa desiderare di passare del tempo vicino a lei, alle sue foglie ai suoi rami. In ogni caso, è bene richiedere un parere a un botanico o un giardiniere per valutare le caratteristiche della pianta in maniera professionale.
Con che tipo di struttura si può costruire una casa sull’albero?
Sono molte le tecniche che si possono utilizzare, a seconda del tipo di budget che si ha a disposizione. Seguono sia le modalità di utilizzo che costituiranno la struttura sia la conformazione della pianta. Per esempio, si può scegliere di “abbracciare” e inglobare l’albero, di appoggiare la casa sui rami quando questi sono adatti ad accoglierla, di legare la casa con tiranti di acciaio che vanno a collegarsi alle cime, di inserire dei supporti che scaricano il peso a terra creando una sorta di struttura a palafitta, come facciamo noi, oppure, come frequente in America, bucarne il tronco. Ma l’inserimento di viti all’interno del legno, per quanto sembri la via più semplice da percorrere, può creare alla pianta numerosi problemi, dalle malattie alle malformazioni, che minano sia la vita dell’albero stesso, sia la stabilità della struttura, che può diventare, così, molto pericolosa.
Come è bene gestire la forza di gravità?
Nella costruzione della casa bisogna fare attenzione a tutti i pesi, scegliendo materiali adatti a svolgere le funzioni per cui sono inseriti e che gravano sulla struttura il meno possibile. Per esempio, le tegole tradizionali potrebbero non essere leggere a sufficienza, mentre delle scandole di larice possono svolgere la loro funzione al meglio anche grazie alla loro capacità di trattenere all’esterno l’umidità. Occorre conoscere tutte le caratteristiche dei materiali per poterne sfruttare al meglio tutte le potenzialità anche con una minima quantità. Poi, ancora più che della gravità, occorre tenere conto delle forze di ribaltamento, per cui a qualsiasi forza peso corrisponde un momento al piede che ha dei carichi molto più elevati. L’architetto o l’ingegnere devono condurre un’analisi accurata sotto questo punto di vista per rendere la struttura stabile, anche in base al tipo di terreno su cui si appoggia.
A volte capita che gli alberi vengano colpiti da fulmini. Non è pericoloso costruire tra i rami?
I fulmini possono rappresentare un problema, ma occorre studiare la zona per valutarne il rischio sotto questo punto di vista. Il progettista, poi, deve analizzare la geometria e il volume della casa per capire che tipo di copertura antifulmine sia necessaria. Così, con una gabbia
metallica, è possibile dotare la struttura di una o due antenne che forniscano agli eventuali fulmini uno scarico a terra. Invece per quanto riguarda le intemperie?
Per rendere la casa resistente al vento occorre calcolarne la portata studiando le caratteristiche del territorio e trovando la giusta soluzione ingegneristica. Una casa sull’albero può essere sottoposta a forti correnti e più le superfici sono ampie maggiore è la sua risposta, per cui occorre adeguare una forza all’altra. Se questo è negativo da un punto di vista, può essere positivo da un altro. Nell’ottica della protezione dall’umidità una postazione più ventilata può generare meno problemi. Ridotti ulteriormente se si scelgono i materiali adeguati a isolare. In particolare, come dicevamo, il legno di larice mantiene il comfort interno della struttura ed è resistente a piogge e intemperie. Poi nel caso la pianta sia inglobata, è impossibile trattenere fuori dalla casa le gocce, e bisogna trovare altre soluzioni (per esempio, un rivestimento interno trasparente): per sua stessa natura, una struttura di questo genere può essere portata a lasciar entrare, non solo la pioggia e gli insetti, ma magari anche lucertole o piccoli ghiri. Però è anche questo parte della sua bellezza, no?