Casa Naturale

Terapia forestale domestica: IL LEGNO

- DI STEFANO BOSCO

Immergersi tra gli alberi per ritrovare un equilibrio fisico e mentale. «Lo Shinrin-Yoku o Forest Bathing è una pratica nata in Giappone nel 1982 come parte di un programma sanitario nazionale per affrontare i disturbi legati allo stress e proteggere le foreste – spiega il Forest Therapy Institute –. Si tratta di un esercizio salutogeni­co di connession­e con la natura per promuovere la salute che si prefigge di aumentare il benessere, attenuare lo stress e incoraggia­re il rilassamen­to». Da qui nasce la Forest Therapy, che si applica come intervento basato sulla natura e rivolto a specifiche difficoltà di salute mentale e fisica. Attraverso il contatto con l’ambiente del bosco, con il verde e con gli alberi è possibile alleviare i disturbi e, più in generale, migliorare il proprio stato di salute. Quando non è possibile spostarsi in una foresta, anche la casa può rappresent­are uno spazio di benessere. Se si utilizza, nelle sue diverse forme, il legno. Ma perché questo mantenga tutte le sue caratteris­tiche benefiche occorre che siano rispettate alcune condizioni. Negli ultimi anni si è formata nell’immaginari­o collettivo la superficia­le convinzion­e che “legno” sia sinonimo di “qualità di prodotto”. In realtà un qualsiasi tronco, prima di poter far parte di un edificio, viene segato, piallato, autoclavat­o, impregnato, a volte incollato e pressato, oppure accoppiato ad altri materiali, spesso anche di sintesi chimica. Così che il risultato può essere un materiale che, pur avendo l’aspetto originale e naturale, è stato mutato nelle sue caratteris­tiche intrinsech­e e può rilasciare nell’ambiente sostanze tossiche. Biohabitat, in collaboraz­ione con

Biosafe, ha verificato la consistenz­a emissiva di due diverse tipologie di legno da costruzion­e: un generico X-lam con colle a basso contenuto di formaldeid­e e un pannello in legno massiccio Biohabitat assemblato con cavicchi in faggio, senza colle. VOC e, in particolar­e terpeni, aldeidi e isocianati: queste le sostanze ricercate. È superiore del

90% il tasso di emissione di formaldeid­e dell’X-lam rispetto a quello del pannello Biohabitat. Tra le aldeidi solo una è più presente in quest’ultimo: l’acetaldeid­e, sottoprodo­tto di fermentazi­one metabolica che certifica un’attività microbica nel legno, indice dell’assenza di trattament­i chimici di conservazi­one. Più elevata nel pannello Biohabitat, invece, la concentraz­ione di terpeni: lavorato a temperatur­a ambiente e totalmente privo

di colle, questo continua a produrre emissioni benefiche che possono diventare elementi essenziali per ristabilir­e un equilibrio multisenso­riale salubre all’interno di un ambiente indoor. In particolar­e, il pannello Biohabitat emette significat­ive quantità di α-pinene, β-pinene e limonene, mentre nel pannello xlam le percentual­i sono praticamen­te trascurabi­li. Infine, a seguito di ulteriori prove di laboratori­o, nel pannello Biohabitat è stata registrata una bassissima presenza di formaldeid­e, (in quantità simili a quella presente anche nel legno in natura) abbondante­mente presente nei prodotti incollati a base di legno, e non sono state rilevate tracce di isocianati, sostanze dannose emesse dalle colle poliuretan­iche. Sulla base dei dati acquisiti la parete in legno massiccio ha ottenuto il sigillo di qualità ambientale Biosafe.

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 ??  ?? Da oltre trent’anni Biohabitat è tra i leader nel mercato delle case in legno. Tra i prodotti di punta la parete in legno massiccio Biohabitat che nel 2019 ha ottenuto la Certificaz­ione di salubrità ambientale Biosafe.
Ultima novità dell’azienda trentina è “il Sistema abitativo Biohabitat”: edifici chiavi in mano progettati e per garantire un connubio ideale tra struttura, impiantist­ica e finiture, per realizzare case sane e confortevo­li.
Da oltre trent’anni Biohabitat è tra i leader nel mercato delle case in legno. Tra i prodotti di punta la parete in legno massiccio Biohabitat che nel 2019 ha ottenuto la Certificaz­ione di salubrità ambientale Biosafe. Ultima novità dell’azienda trentina è “il Sistema abitativo Biohabitat”: edifici chiavi in mano progettati e per garantire un connubio ideale tra struttura, impiantist­ica e finiture, per realizzare case sane e confortevo­li.
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