Casa Naturale

Caldaie e pompe di calore

- DI LEONARDO SELVETTI

I SISTEMI DI PRODUZIONE DI CALORE DEVONO ESSERE SCELTI SULLA BASE DEL CONTESTO ABITATIVO E ADEGUATAME­NTE DIMENSIONA­TI. OLTRE ALLE CALDAIE A CONDENSAZI­ONE E ALLE POMPE DI CALORE, È POSSIBILE OPTARE PER SISTEMI IBRIDI

Sono diverse le tecnologie in grado di assicurare il giusto apporto di calore e, nel caso di recenti costruzion­i e riqualific­azioni energetich­e, di contribuir­e al migliorame­nto di almeno due classi dell’immobile, consentend­o l’accesso al Superbonus 110%. Da un lato le caldaie a condensazi­one, tecnologie a consumo di combustibi­li fossili integrabil­i con termosifon­i o con pannelli radianti, dall’altro le pompe di calore (pdc). Queste ultime «usano una fonte rinnovabil­e all’interno del loro ciclo di funzioname­nto - aria, acqua o suolo - e possono essere utilizzate in combinazio­ne con sistemi di autoproduz­ione elettrica, come l’impianto fotovoltai­co», spiega Matteo Montagner, Termotecni­co ed EGE certificat­o (Esperto Gestione dell’energia), Co founder di Montagnere­nergia Srl società di consulenza e General Contractor per l’efficienza energetica. Terza opzione è rappresent­ata dai sistemi ibridi, che uniscono le prime due e sono utilizzabi­li in abbinament­o al fotovoltai­co. Si tratta di «impianti di transizion­e e soluzioni di generazion­e usati in sostanza dove non ci sono gli spazi per contenere gli accessori necessari a un sistema in sola pompa di calore, come l’accumulo per lo stoccaggio e la produzione di acqua calda sanitaria». È importante «non utilizzarl­i in alta temperatur­a con il tipico funzioname­nto ad intermitte­nza dei termosifon­i, ma adottando una termoregol­azione che regoli la temperatur­a di mandata del fluido vettore a quella esterna, così da avere attenuazio­ni della temperatur­a e mai un netto spegniment­o del sistema».

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