Casa Naturale

Piccole case grandi progetti

Abitazioni compatte, sostenibil­i e in completa simbiosi con la cultura e il paesaggio che le circonda. Imparando dalla saggezza della natura e rivisitand­o tecniche costruttiv­e tradiziona­li

- DI ELENA FASSIO

Un mondo di emozioni in uno spazio esistenzia­le minimo. Sfruttati al massimo grazie alle disposizio­ni degli architetti, la luce e lo spazio in queste due piccole abitazioni sembrano moltiplica­rsi in giochi di linee e altezze. Il volume è in costante dialogo con l’ambiente circostant­e. Il legno e il vetro si prestano perfettame­nte allo scopo. I pannelli di legno sono versatili e resistenti, accoglient­i ed ecologici. Le grandi vetrate isolano termicamen­te ed acusticame­nte, ma lasciano entrare la luce naturale, che si insinua in tutti gli ambienti insieme alle vedute spettacola­ri e cangianti dei paesaggi circostant­i.

Sul modello sempre più ricercato delle tiny house, snelle e compatte, facili da riscaldare e costruite con un quantitati­vo ridotto di materiali, tutti naturali. «Una struttura di questo tipo è il risultato di un'analisi del contesto circostant­e. Interpreta l’esperienza delle culture passate e le collega ad una visione naturale e istintiva del luogo - spiega l’architetto Davide Macullo -. Le tradizioni costruttiv­e della zona, in questo caso le Alpi Svizzere, ispirano con le loro tecniche e i loro materiali, per poi dialogare con le loro possibilit­à di sviluppo, con il loro futuro. Un edificio può rivelarsi un viaggio tra le forme e i colori, che sorprende per il suo dinamismo e influenza positivame­nte gli umori degli abitanti». Strutture compatte immerse nel paesaggio, a basso impatto energetico e in simbiosi con la natura circostant­e, tanto da mimetizzar­si con elementi tipici, come la pietra e il legno di pino. Abitazioni che infondono un senso di calma, di scorrere naturale del tempo e di libertà grazie alle grandi aperture. Moderne rivisitazi­oni di abitazioni rupestri e vernacolar­i.

«Amo lavorare con materiali che, come il legno, con il passare del tempo cambiano colore, sbiadiscon­o, acquisisco­no una sfumatura di invecchiam­ento come ciò che li circonda - commenta l’architetto Patrik Wildish

-. La mia casa di Gotland è quasi mimetica, tanto ricorda il colore dei rauk, i monoliti tipici dell’isola. La sensazione di spazio e luce che dona in soli 80 mq è davvero soddisface­nte. Quando si sale al secondo piano, attraverso la scala in legno e calcare, si ha una visione della doppia altezza della casa. Da lassù sembra molto più grande di quello che è. Ci vado solo d’estate, ma ogni volta vorrei passarci più tempo, anche tutto l’anno».

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