La coscienza della qualità
Essenza, non solo immagine. Sostanza, non solo forma. Qualità, non quantità. Sono alcune fra le parole chiave che potrebbero essere isolate leggendo i contenuti di questo numero di Casa Naturale. L’esigenza di ripensare in chiave post-pandemica la nostra esistenza (e quella dei luoghi in cui trascorriamo la vita) ci conduce, oggi, a riflettere sui valori essenziali dell’architettura e della struttura dei nostri centri abitati. Non basta più, semplicemente, aggiungere “una spolverata” green di facciata per sentirsi in linea con gli obiettivi internazionali di riduzione delle emissioni, circolarità e uso di fonti di energia e materiali rinnovabili.
Per raggiungere un vero traguardo nella lotta al cambiamento climatico l’edilizia deve mutare faccia nel profondo e così devono fare le nostre città. Il verde non può essere inserito senza una programmazione, ma va pianificato con una coscienza collettiva (come ci insegna l’intervista di A colloquio). La casa deve abbandonare il superfluo per sposare un stile davvero biofilo, fondato sul rispetto della disposizione delle funzioni nello spazio e su una nuova alleanza fra ambiente indoor e outdoor. Le stesse aziende o i progettisti che propongono soluzioni sostenibili non possono fare a meno di trasferire i prodotti e le idee nelle sedi corporate o negli uffici dove lavorano (come raccontiamo nella Cover story). Con un doppio obiettivo. Quello della coerenza rispetto a ciò che offrono al mercato. Oltre a quello didattico, di far toccare con mano al cliente le infinite possibilità e soluzioni presenti per abitazioni o fabbricati sani e in linea con la natura.