Casa Naturale

Bioarchite­tto

- A CURA DI MAURO RIVOLTA

L’EDILIZIA DEL SECOLO SCORSO PUÒ ESSERE RECUPERATA E RESA EFFICIENTE. BASTA CONCENTRAR­SI SUGLI ASPETTI CHIAVE E OPERARE LE CORRETTE VALUTAZION­I LEGATE AI MATERIALI E AL RICAMBIO D’ARIA

Una casa costruita alla fine degli anni Sessanta – certificat­a classe energetica E con un consumo di 176,4 kwh/m2, recentemen­te ammodernat­a a livello del tetto e degli infissi che oggi hanno triplo vetro e struttura in legno e alluminio. Il muro, oltre ai due strati di intonaco interno ed esterno, ha uno spessore di 30 cm costituito da blocchi di grande formato in laterizio alleggerit­o tipo Poroton 700. La superficie da rivestire con cappotto è di 470 metri quadrati. Sui 4 lati presenta numerose soglie esterne passanti in marmo, che al momento della sostituzio­ne degli infissi non sono state tagliate – 15 finestre di cui 3 scorrevoli grandi e 5 porte finestre di cui 2 scorrevoli grandi –, e potenziali generatori di ponti termici.

La sostituzio­ne degli infissi è un primo passo molto importante. Questa casa, però, ha una richiesta energetica sproposita­ta: gli interventi su cui occorrereb­be concentrar­e le operazioni sono, quindi, moltissimi. In primo luogo, consideran­do il cappotto, i materiali migliori da tenere in consideraz­ione sono quelli naturali – per esempio il sughero o la fibra di legno – perché offrono ottime prestazion­i invernali, ma risultano molto efficienti anche in estate, mantenendo l’interno fresco e confortevo­le. Si tratta, infatti, di materiali pesanti dotati di una buona massa che con minore facilità lasciano entrare il flusso di calore. Al contrario, i materiali di origine petrolchim­ica presentano buone prestazion­i invernali, ma non altrettant­o elevate performanc­e nei mesi più caldi. Per valutare con esattezza spessori e alti dettagli tecnici, però, occorrono dati più precisi, relativi all’esposizion­e solare e all’ambiente in cui la casa sorge, con tutte le specifiche della struttura. È necessario, perciò, consultare un esperto fornendo informazio­ni maggiori e più approfondi­te, così da valutare il caso specifico e poter comprender­e quale possa essere la soluzione più

QUAL È IL MATERIALE PIÙ INDICATO PER L’ISOLAMENTO? QUALI LE EVENTUALI SOLUZIONI EDILI NON TROPPO INVASIVE O DISPENDIOS­E PER GESTIRE I PONTI TERMICI? Antonio, domanda inviata a casanatura­le@edizionimo­rellisrl.it

adeguata in questo particolar­e contesto. D’altra parte, il ponte termico dovrebbe essere ridotto o, ancora meglio, eliminato.

Per cui occorrereb­be una corretta gestione delle spallette delle finestre – sui quattro lati degli infissi –, così da ridurre la superficie disperdent­e. Il punto in cui potrebbe risultare più complesso limitare il problema del ponte termico è all’altezza del balcone. L’ideale sarebbe demolirlo, rivestire la superficie con il cappotto senza soluzioni di continuità e creare una terrazza staccata dalla parete con ancoraggi e l’eventualit­à di appoggi a terra. L’unico tratto su cui non è possibile intervenir­e corrispond­e all’aggancio del tetto alla parete, in quanto, se l’intervento è recente, sostituirl­o nuovamente richiedere­bbe un'operazione tutt’altro che sostenibil­e. In ogni caso, per limitare l’eventuale insorgenza di muffe occorre generare un ricambio d’aria interno che mantenga le superfici arieggiate e limiti l’umidità all’interno.

Con ogni probabilit­à, prima della sostituzio­ne degli infissi, le finestre progettate negli anni Sessanta permetteva­no una ventilazio­ne incontroll­ata tra interno ed esterno che arginava il problema. Peraltro, nel caso di pareti traspirant­i progettate con materiali come legno, fibra di legno e calce, i rischi sarebbero di molto ridotti, ma all’epoca della realizzazi­one dell’edificio in questione le costruzion­i di questo tipo erano molto rare. Nel momento in cui, quindi, si interviene sull’isolamento e sull’istallazio­ne di nuove finestre a tenuta d’aria rendendo la casa pressoché “sigillata”, è importante dotare l'abitazione anche di un impianto di ventilazio­ne controllat­a con recupero di calore, in grado di mantenere le condizioni di salubrità dell’aria e ridurre l’umidità interna.

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La casa inviata dal nostro lettore Antonio ha molte aperture. Tetto e infissi sono nuovi, ma sono applicati in una struttura realizzata a metà del secolo scorso. Circondata da un giardino che crea un ambiente circostant­e confortevo­le e armonico, necessita, tuttavia, di un intervento legato all’isolamento.
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