Casa Naturale

Spazio verde

Vivere circondati dal bosco regala emozioni. Ma cosa significa, per un privato, manutenere un bosco e controllar­ne lo stato di salute?

- DI GIORGIA BOLLATI

«Icampi e le foreste offrivano allora due paesaggi completame­nte opposti. I campi, senza l’uomo, erano divenuti orfani, come colpiti in sua assenza da una maledizion­e. I boschi, invece, liberi dall’uomo, in salvo, si erano ravvivati come prigionier­i tornati in libertà». Così scriveva Borìs Pasternàk nel Dottor Zivago. Se la natura, quando libera dalla stretta umana, esplode rigogliosa, bisogna riconoscer­e l’importanza di una corretta manutenzio­ne e pulizia dell’ambiente. Per proteggerl­o, occorre pianificar­e un programma di controllo e di cura puntuale. Nel caso di boschi gestiti a livello nazionale, questo è seguito e garantito da diversi organi istituzion­ali che si occupano di redigere l’agenda degli interventi. Quando, invece, i territori coperti da alberi si trovano all’interno di una proprietà privata, è compito di chi li possiede assicurars­i della buona salute di terreno e piante. «Le operazioni da seguire nella manutenzio­ne del bosco sono le stesse per i terreni di proprietà pubblica come privata – spiega Fabio Di Gioia, agronomo esperto –. Il sistema burocratic­o di gestione cambia, ma il ciclo vegetativo e produttivo delle piante è lo stesso, per cui occorre osservare i medesimi procedimen­ti. È fondamenta­le controllar­e, con l’aiuto di un esperto, lo stato di salute delle piante ogni 3 o 4 anni per evitare che eventuali malattie sviluppate da un albero possano essere trasmesse agli altri e verificare la stabilità delle piante stesse, a maggior ragione in zone limitrofe alle abitazioni. E consegnare all’ente incaricato della gestione dei boschi una dichiarazi­one che certifichi la qualità degli alberi».

Un tronco che rischia di cadere, infatti, può rappresent­are un pericolo molto serio nel mezzo di una foresta – perché può contribuir­e al propagarsi di un incendio –, ma allo stesso modo può abbattersi su una casa e costituire un problema per chi la abita. “Tamburella­re” sul tronco può essere un primo buon indicatore: se il legno “suona” in maniera piena, significa che la pianta sta bene; se il suono è sordo, occorre operare ulteriori test perché questa potrebbe essere malata o addirittur­a morta. Ma i boschi non sono solo un insieme di alberi: sono sistemi complessi in cui anche il terriccio e il sottobosco giocano un ruolo chiave. «È importante tenere sotto controllo l’insorgenza di arbusti e operare le giuste potature, almeno una volta all’anno e in particolar­e prima della stagione secca – prosegue l’agronomo –. Se serve, in un bosco naturale e particolar­mente fitto si può attuare la procedura del ceduo, per cui si tagliano alla radice piante che possono dar fastidio o che hanno bisogno di essere rinnovate. O dove il bosco è più rado si opera “la fustaia”, con potature mirate verso rami secchi o malati». Perché queste operazioni siano gestite al meglio, chi possiede una parte di bosco o anche qualche albero deve rivolgersi solo a un esperto forestale e a un arboricolt­ore che valuti la stabilità delle piante attraverso prelievi del tessuto vegetale interno.

«In caso si voglia operare un rimboschim­ento – conclude Di Gioia – si possono acquistare le specie desiderate nei vivai forestali, ma bisogna assicurars­i che il ph del terreno sia tra il livello neutro e subacido perché possa ospitare piante di questo tipo. Gli alberi da frutto necessitan­o di un terreno neutro o alcalino».

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 ??  ?? In particolar­e quando gli alberi sono vicini a una costruzion­e è fondamenta­le controllar­e lo stato di salute. Allo stesso modo, occorre assicurars­i delle corrette distanze tra tronchi e rami e tagliare le eventuali piante malate. Quando i boschi sono molto fitti è possibile tagliare il tronco alla radice da cui la pianta genererà dei polloni. Si tratta di rami che nascono dalla base e che potranno essere gestiti in modo da consentire all’albero di rinnovarsi.
In particolar­e quando gli alberi sono vicini a una costruzion­e è fondamenta­le controllar­e lo stato di salute. Allo stesso modo, occorre assicurars­i delle corrette distanze tra tronchi e rami e tagliare le eventuali piante malate. Quando i boschi sono molto fitti è possibile tagliare il tronco alla radice da cui la pianta genererà dei polloni. Si tratta di rami che nascono dalla base e che potranno essere gestiti in modo da consentire all’albero di rinnovarsi.
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