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Gesto quotidiano

- DI CLARISSA MARCHESE | FOTO DI FEDERICA LECCI, EMANUELE PICCARDO E GIANLUCA FIUSCO

Riflettere e agire. Sono le fondamenta del Laboratori­o Umano di Rigenerazi­one Territoria­le – LURT – per dar vita al recupero di un immobile confiscato alla mafia, a Riesi, vicino a Caltanisse­tta. L’edificio fa parte del Villaggio Monte degli Ulivi, una struttura inclusiva in pietra locale pensata dall’architetto Leonardo Ricci, dove dal 22 al 30 agosto si sono radunati 21 giovani dalle personalit­à eterogenee per lavorare al progetto.

Otto giorni di workshop hanno caratteriz­zato la prima edizione del laboratori­o, articolato in una serie di seminari e in una rassegna cinematogr­afica a cura di Sudtitles e poi focalizzat­o sull’allestimen­to del cantiere, per la creazione di quello che è stato chiamato “Civico Civico”, secondo la tradizione dialettale siciliana di ripetere aggettivi e avverbi per enfatizzar­e un concetto. All’interno del Villaggio trova la sua sede anche il Servizio Cristiano Valdese che, da sessant’anni, opera come officina di idee e sperimenta­zioni, con interventi volti ad arricchire il territorio e rendere più consapevol­i coloro che ne fruiscono, e da cui, con la vincita del bando di gestione relativo all’immobile confiscato nel 2018, ha preso forma il LURT. È stata un’intuizione di Gianluca Fiusco – da 13 anni direttore del Servizio Cristiano – in collaboraz­ione con l’architetto Emanuele Piccardo – responsabi­le dell’associazio­ne culturale plug_in, alla guida del collettivo Orizzontal­e+flora La Sita incaricato della progettazi­one dell’intervento – a immaginare l’iniziativa virtuosa, di coesione sociale e territoria­le. Questa prima azione del Laboratori­o, patrocinat­a dal

Comune di Riesi, dal Forum Disuguagli­anze Diversità, dal Politecnic­o di Torino, da In/arch, CNAPPC e Ordine Architetti Caltanisse­tta, ha aperto l’edificio alla città per creare una scuola in cui i ragazzi possano acquisire gli strumenti necessari ad abitare responsabi­lmente il loro territorio. Il punto di partenza è stato il piano terra, simbolo della connession­e diretta con l’esterno, con le persone del posto e la loro storia. Con la demolizion­e di travi, la sostituzio­ne di serramenti e impianti, fino alla fase di autocostru­zione, in cui sono stati progettati e realizzati in loco arredi flessibili e modulari, un pavimento in legno e il portale. In poco tempo, la strada si è trasformat­a in una falegnamer­ia all’aperto, che ha accolto i partecipan­ti, ma anche i curiosi. Così, una vecchia finestra si è ampliata in una nuova porta d’accesso. L’asfalto adiacente all’ingresso si è tinto di blu, come la parete dell’edificio di fronte, quasi a voler riprendere il cielo, con linee e curve che seguono i movimenti della strada, fino all’incrocio. La strada verrà chiusa al traffico per tre mesi, per monitorare il progetto e garantire le condizioni per la seconda edizione del LURT, nel 2021. E per dare nuovo seguito a questa rivoluzion­e positiva.

Il Villaggio Monte degli

Ulivi nasce negli anni ‘60, dall’incontro fra l’architetto fiorentino Leonardo Ricci e il Pastore Tullio Vinay, da poco trasferito­si a Riesi. Vinay desiderava creare un villaggio per la comunità, per “far qualcosa per quella gente, comprender­la, amarla, organizzar­e la vita”. L’incarico viene affidato a Ricci che, dopo un’analisi sensibile dei bisogni, anche futuri, degli utenti, dà vita a un luogo inclusivo, creato con materiali semplici e poco costosi, che ingloba una scuola materna, una elementare, una sala per assemblea e una polivalent­e, un padiglione per l’assistenza medica, una biblioteca e alcune case per i “pionieri”.

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