Alimentare senza inquinare
Sempre maggiori sono i consensi che l’elettrico incontra. Ma come ovviare al problema dello smaltimento? La direttiva attualmente in vigore risale al 2006, quando le batterie propriamente dette erano le classiche pile domestiche, quelle ricaricabili e quelle da avviamento a piombo. Quelle a cui ci riferiamo oggi sono molto più avanzate e complesse e servono per accumulare energia, per alimentare mezzi di trasporto e tutti i nuovi dispositivi wireless. Senza una politica elaborata ad hoc, questo nuovo mercato rischia di produrre, nel tempo, un grande problema di inquinamento ed economia circolare. Lo scorso 10 dicembre, la Commissione Europea ha presentato – nell’ambito del piano Sustainable and Smart Mobility Strategy che avrà come obiettivo la riduzione delle emissioni in Europa del 90% entro il 2050 – la proposta per il nuovo Regolamento stilato per normare la produzione, l’uso e il riciclaggio di pile e batterie. Molto più rigide saranno le condizioni a cui le aziende produttrici e le importazioni in UE dovranno sottostare. Saranno resi trasparenti i processi di approvvigionamento delle materie prime, oltre che proibito l’utilizzo di sostanze pericolose, e verranno istituiti protocolli di misurazione dell’impronta di carbonio. Sarà fissata una quota minima per l’impiego obbligatorio di materie prime riciclate nella produzione e verranno introdotte nuove etichette per guidare i consumatori in una scelta consapevole. Infine, un’altra novità consisterà in un passaporto con informazioni dettagliate utili al corretto riciclaggio o riutilizzo degli accumulatori di grandi dimensioni. www.ec.europa.eu