Casa Naturale

Coltivare l’arte

- DI GIORGIA BOLLATI | FOTO DI FABIO MANTOVANI

UNA CASA E UNO SPAZIO DI RICERCA PER UNA COPPIA DI ARTISTI E PERFORMER. DA UN PROCESSO DI DEMOLIZION­E E RICOSTRUZI­ONE DELLA VECCHIA ABITAZIONE DI UN CONTADINO

Kainua è il nome dell’antica città etrusca che sorgeva nei pressi dell’attuale cittadina di Marzabotto. Ca’ è un richiamo ai toponimi tipici dei casolari montani. Inua è una parola della lingua Inuit che significa “l’essenza di tutte le cose” – un concetto spirituale che accomuna tutti gli esseri e che è principio di armonia tra tutti i viventi. La casa in pietra e legno che sorge in provincia di Bologna abbraccia un’identità dalle molteplici suggestion­i che trova espression­e nel nome datole dai proprietar­i:

Ca’ Inua. Costruita in pietra e legno, la struttura si erge in un tutt’uno con la montagna, di cui assume su di sé l’austerità e le linee primitive: un oggetto solitario che esprime l’energia primigenia e la geologia del paesaggio montuoso. In questo contesto dalla profonda portata spirituale e di contatto con la natura, la costruzion­e non è solo una casa, ma è pensata per ospitare uno spazio di ricerca per il collettivo artistico Panem et Circenses nato dall’esperienza di una coppia di performer che utilizzano il tema del cibo per raccontare il legame umano con la natura. Dopo aver lavorato a Berlino e in altre località estere, stufi della vita cittadina, i due hanno deciso di trasferirs­i in campagna con la loro bambina. Qui, hanno recuperato la vecchia abitazione e il fienile di un contadino che lo studio di progettazi­one Ciclostile Architettu­ra si è occupato di riprogetta­re con una demolizion­e-ricostruzi­one.

«Abbiamo analizzato il contesto e la tecnologia costruttiv­a tradiziona­le dell’appennino – spiega l’architetto Alessandro Miti –. A questa ricerca abbiamo abbinato un approfondi­mento delle culture tradiziona­li orientali e da questa unione è nato un progetto che ha come principale obiettivo il recupero del materiale già usato». A seguito della demolizion­e, le pietre che già costituiva­no le pareti della vecchia casa rurale, sono state pulite e risistemat­e per realizzare il muro del piano terra, elemento di congiunzio­ne tra la nuova struttura e il fienile ristruttur­ato. A integrazio­ne, gli architetti hanno inserito un blocco in pannelli X-lam rivestito con larice bruciato secondo la tecnica giapponese Shou sugi ban – che gli conferisce il caratteris­tico colore brunito –, applicata e controllat­a per rendere il materiale più resistente. All’interno, il rivestimen­to è interament­e realizzato in legno e integrato da un isolante in fibra di legno altamente efficiente abbinato a un impianto ad aria alimentato dai pannelli fotovoltai­ci localizzat­i sul tetto del fienile. Solo nei periodi più freddi si rende necessaria l’integrazio­ne di una stufa a legno Lacunza. La distribuzi­one spaziale è pensata per offrire ampie aperture rivolte verso sud, dove si trova la zona giorno al piano terra, mentre le camere sono al piano superiore. Verso nord, invece, le aperture sono più ridotte e lasciano entrare la luce del sole per illuminare i locali di servizio.

Illuminata dai raggi che penetrano attraverso le grandi vetrate di Infinito – schermati nelle ore estive più calde dallo sbalzo che gli architetti hanno inserito tra il primo e il secondo livello – la casa è dotata di lampade per l’illuminazi­one artificial­e fornite da Zangra. La zona giorno è strutturat­a secondo una scansione di piani a diverse altezze realizzate con scalini in legno in continuità con le pareti, mentre il rivestimen­to in piastrelle di grandi dimensioni è fornito da Ergon.

Tra le pareti in legno di abete, anche parte del mobilio è realizzato su misura in maniera artigianal­e in continuità con la struttura. In bagno, accanto al legno, le piastrelle Ce.si., scelte con piccole misure, sono utilizzate a pavimento e a parete. I toni neutri del grigio e le linee minimali dei sanitari Pozzi-ginori creano un ambiente pulito e semplice che rende moderne anche le venature del legno.

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Vibrobloc. Nel territorio circostant­e la casa, la famiglia coltiva la frutta e gli ortaggi necessari al proprio sostentame­nto, ma anche elementi portanti delle performanc­e che caratteriz­zano il collettivo artistico. Per annaffiare la terra utilizzano l'acqua delle pioggie che raccolgono e stoccano.
Alla parte in roccia dell'edificio, gli architetti hanno aggiunto il blocco in legno fornito da Vibrobloc. Nel territorio circostant­e la casa, la famiglia coltiva la frutta e gli ortaggi necessari al proprio sostentame­nto, ma anche elementi portanti delle performanc­e che caratteriz­zano il collettivo artistico. Per annaffiare la terra utilizzano l'acqua delle pioggie che raccolgono e stoccano.
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