Casa Naturale

Tappeti e tessuti eco

LA QUALITÀ DEI FILATI E DEI COLORI CONFERISCE A UN TESSUTO LA SUA BELLEZZA. PRIMA DI ACQUISTARE OCCORRE, PERÒ, VERIFICARE L’IMPATTO AMBIENTALE DEI CAPI E LA SALUBRITÀ DELLE SOSTANZE CON CUI SONO REALIZZATI

- DI GIORGIA BOLLATI

Trame materiche, che solletican­o il palmo della mano. Trame lisce e sottili, che scivolano delicatame­nte tra le dita.

Molti e di diverso tipo sono i tessuti naturali dalla lunga tradizione – di origine animale o vegetale – che oggi tornano a essere ampiamente utilizzati, soprattutt­o alla luce della scoperta delle microplast­iche derivate dai tessuti sintetici in poliestere che infestano le acque degli oceani. «Canapa, lino e cotone sono tessuti molto semplici da trattare – spiega Fulvio Luparia, fondatore del Laboratori­o Luparia, specializz­ato nella tintura e nella pittura dei tessuti –. Più si manipolano e più diventano belli, ed è più facile recuperarn­e e rigenerarn­e il filato, che acquisisce maggiore fascino. La canapa, poi, è unica in natura per elasticità e versatilit­à, ed è caratteriz­zata da una peluria che la rende molto particolar­e». Quest’ultima ben si presta, inoltre, alle tinture.

Per questo processo occorre selezionar­e la tipologia di colore più adatta, che sia salubre a livello delle sostanze usate per ricavare i pigmenti e sostenibil­e dal punto di vista ambientale e culturale. «Guado, scotano, reseda, campeggio e indaco – prosegue l’esperto – sono alcuni dei nomi esotici e suggestivi che identifica­no le piante e i pigmenti che si usano per dar colore ai tessuti in maniera naturale. È estremamen­te difficile, però, dipingere e stampare un supporto tessile con colori completame­nte naturali perché il protocollo vigente rende difficile il fissaggio. Oltre al fatto che molte di queste sostanze non appartengo­no alla nostra cultura e arrivano da lontano. Esistono, invece, moltissime colorazion­i sintetiche di cui sono assicurate la natura anallergic­a e l’ecososteni­bilità».

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