ENERGIA IN RETE
Sono 11 le email che sono arrivate al mio indirizzo di posta elettronica solo questa mattina. Circa 600 sono quelle che ho ricevuto il mese scorso, fino al 31 marzo. Se, ogni trenta giorni, il numero di messaggi in arrivo fosse costante e ognuno di questi avesse un allegato di solo 1 megabyte, sarebbero circa 136,8 i chilogrammi di CO2 emessi in un anno.
Non solo mail. Anche webinar, videochiamate, siti di streaming e social network. Sono infiniti i modi in cui usiamo Internet, ancora di più a seguito della pandemia da Covid-19 che ha trasposto molte delle attività lavorative su piattaforme web.
Ogni gigabyte può richiedere, in media, 200 litri di acqua per produrre l’energia elettrica necessaria al download e al caricamento. A questo si somma la quantità di CO2 emessa per far funzionare i dispositivi e alimentare le reti wireless. Più dati vengono trasmessi in rete, più energia elettrica è richiesta.
Dopo l’utilizzo, poi, i dispositivi e i server hanno bisogno di essere raffreddati, e le ventole, spesso, sono alimentate con l’elettricità. Oltre a ciò: il tema dell’aggiornamento delle componenti dei dispositivi che produce ulteriore inquinamento e causa l’aumento della mole di rifiuti da smaltire o riciclare, per cui occorre altra energia.
Per misurare l’impatto ambientale delle pagine web, l’agenzia di Digital Marketing e Intelligenza Artificiale Avantgrade ha progettato Karma Metrix. Si tratta del primo strumento al mondo che, tramite un algoritmo, valuta 23 fattori di efficienza energetica per stimare le emissioni di CO2 di ogni sito o profilo tramite la sua comparazione con un benchmark mondiale di efficienza energetica.
Internet inquina solo in quanto richiede energia. La società contemporanea sta sempre di più spostandosi verso una dimensione digitale e con il suo impatto dovremo fare i conti: calcolare l’inquinamento di ogni pagina è un primo passo per lavorare a un web più virtuoso. www.avantgrade.com