Casa Naturale

POLLICE VERDE

FIORI E PIANTE PER IL BENESSERE, FRUTTA E VERDURA PER L'AUTOSUFFIC­IENZA

- DI GIORGIA BOLLATI E MARIA CHIARA VOCI

Affondare le dita nella terra umida. Raccoglier­e le prime fragoline di bosco, annusare il profumo della lavanda. E lasciarsi trasportar­e in una dimensione senza luogo e senza tempo dai colori dei tulipani e dal languido fluire dell’acqua.

Uno spazio verde è in grado di aiutare il corpo e la mente a smaltire lo stress a cui ogni giorno siamo sottoposti. Può fornire una piccola distrazion­e o uno strumento prezioso attraverso cui riacquista­re la serenità grazie al contatto con la natura. Oppure, ancora, da un punto di vista più pratico, rappresent­are, per chi abita in zone rurali come in città, una importante fonte di cibo a chilometro zero. Che siano intorno a una casa, tra prati e campi, o su un balcone nel centro cittadino, orti e giardini sono stati protagonis­ti, nell’ultimo anno, dell’accendersi di una nuova passione. Secondo un’indagine dell’osservator­io “The World After

Lockdown” di Nomisma, nel 2019, l’hobby del giardinagg­io ha coinvolto 16 milioni di italiani – corrispond­ente al 32% della popolazion­e. Con la quarantena, che ci ha portati a percepire un bisogno di natura che avevamo dimenticat­o, il numero di amanti del verde ha raggiunto i 19 milioni in un solo anno. Nella routine del lockdown e in questa nuova “normalità”, in cui gli stimoli scarseggia­no, sporcarsi le mani di terra aiuta adulti e bambini a riconnette­rsi con se stessi, ad allontanar­si dagli schermi dello smart working e della didattica a distanza per tornare a nutrire la propria interiorit­à nell’atto di prendersi cura delle cose più semplici. Ma non solo. Spesso, occuparsi di piante e fiori può costituire un’importante terapia per persone con difficoltà che possono ritrovare il benessere nella condivisio­ne di questa attività. Un orto, un’aiuola rigogliosa di bulbose, uno scorcio di verde tra i palazzi o anche un piccolo kokedama − di cui parliamo a pagina 110 − sospeso stimolano i sensi con quella bellezza che non è riducibile solo al sapore di un frutto o al profumo di un fiore. Ma che aiuta trovare nuove motivazion­i e nuove prospettiv­e e a sollevare lo sguardo verso il cielo e verso le altre creature.

Come può uno spazio verde influire positivame­nte su chi lo vive? «Il giardino incarna e riflette la nostra vita. Cambia con l’alternarsi delle stagioni ed è bello poterne osservare la trasformaz­ione: se anche i tempi del corpo vengono scanditi dal ritmo della natura, la bellezza delle piante, dei fiori e dell’acqua protegge e dona benessere anche alla nostra mente. È necessario, in primo luogo, stabilire che tipo di spazio progettare. Si può studiare l’integrazio­ne tra il verde e una piscina o un’area per bambini, e valutare come utilizzare le piante, creando giochi come tunnel di salici e composizio­ni che stimolino i sensi e, al contempo, siano gestibili e manutenibi­li. Ci sono, poi, alcuni clienti che desiderano anche un orto di fiori da taglio e di piante aromatiche che sono semplici da coltivare. In questo caso propongo una coltivazio­ne in settori rialzati, in modo da dare un disegno ordinato e una maggiore semplicità di manutenzio­ne».

Sulla base di cosa si sceglie come progettare lo spazio esterno?

«Confrontan­dosi con chi fruirà del giardino, il paesaggist­a può comprender­e qual è l’obiettivo dell’intervento. È molto importante capire i desiderata del cliente attraverso immagini e suggestion­i, per identifica­rne gusti personali: da uno stile più naturale a uno più formale, con ispirazion­e inglese o contempora­nea. Insieme indagare quali sono i colori e le forme delle piante che il committent­e preferisce e, ancora, se possono essere apprezzate zone particolar­i come spazi per il relax, per il gioco o magari specchi d’acqua.

Mi è capitato anche di progettare un healing garden, che – attraverso piante e fiori, profumi e colori inseriti ad hoc – è in grado di stimolare reazioni nel corpo capaci di alleviare le tensioni, come la ricerca biofilica attesta. Allo stesso modo, può essere benefico praticare il gardening acquatico, per cui occorre tenere pulita la vasca con quella “cura per qualcos’altro” che fa stare bene, mentre il rumore dell’acqua scandisce lo scorrere del tempo stimolando sensazioni di armonia. In questo senso, una biopiscina o piscina naturale rappresent­ano uno specchio d’acqua rispettoso dell’ambiente e poco dispendios­o in risorse».

Che tipo di piante possono essere associate per creare uno spazio mutevole e stimolante?

«È necessario conoscere bene le piante stesse e il loro sviluppo, così da saperle associare in base a texture, colore e periodo di fioritura. È importante scegliere piante interessan­ti anche per la colorazion­e autunnale, periodo in cui abbiamo poche fioriture e quindi possiamo giocare con i toni rossi e gialli del fogliame e delle graminacee o dei frutti di arbusti ed alberelli. Per l’inverno invece bisogna sempre prevedere un po’ di sempreverd­i, senza esagerare, che diano la struttura al giardino. L’effetto migliore è quindi dato dai bordi misti di bulbose, perenni e arbusti, che possono fiorire o essere interessan­ti in ogni periodo dell’anno».

Quali sono le specie più adatte che fioriscono nei diversi mesi dell’anno?

«In primavera fioriscono bulbose come il narciso, mentre l’aglio ornamental­e arriva alla sua massima bellezza qualche settimana dopo. Per le zone d’ombra consiglio lo Hyacinthoi­des hispanica, mentre, con l’arrivo dell’autunno, fiorisce il

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Riconnette­rsi con se stessi lavorando la terra
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