POLLICE VERDE
FIORI E PIANTE PER IL BENESSERE, FRUTTA E VERDURA PER L'AUTOSUFFICIENZA
Affondare le dita nella terra umida. Raccogliere le prime fragoline di bosco, annusare il profumo della lavanda. E lasciarsi trasportare in una dimensione senza luogo e senza tempo dai colori dei tulipani e dal languido fluire dell’acqua.
Uno spazio verde è in grado di aiutare il corpo e la mente a smaltire lo stress a cui ogni giorno siamo sottoposti. Può fornire una piccola distrazione o uno strumento prezioso attraverso cui riacquistare la serenità grazie al contatto con la natura. Oppure, ancora, da un punto di vista più pratico, rappresentare, per chi abita in zone rurali come in città, una importante fonte di cibo a chilometro zero. Che siano intorno a una casa, tra prati e campi, o su un balcone nel centro cittadino, orti e giardini sono stati protagonisti, nell’ultimo anno, dell’accendersi di una nuova passione. Secondo un’indagine dell’osservatorio “The World After
Lockdown” di Nomisma, nel 2019, l’hobby del giardinaggio ha coinvolto 16 milioni di italiani – corrispondente al 32% della popolazione. Con la quarantena, che ci ha portati a percepire un bisogno di natura che avevamo dimenticato, il numero di amanti del verde ha raggiunto i 19 milioni in un solo anno. Nella routine del lockdown e in questa nuova “normalità”, in cui gli stimoli scarseggiano, sporcarsi le mani di terra aiuta adulti e bambini a riconnettersi con se stessi, ad allontanarsi dagli schermi dello smart working e della didattica a distanza per tornare a nutrire la propria interiorità nell’atto di prendersi cura delle cose più semplici. Ma non solo. Spesso, occuparsi di piante e fiori può costituire un’importante terapia per persone con difficoltà che possono ritrovare il benessere nella condivisione di questa attività. Un orto, un’aiuola rigogliosa di bulbose, uno scorcio di verde tra i palazzi o anche un piccolo kokedama − di cui parliamo a pagina 110 − sospeso stimolano i sensi con quella bellezza che non è riducibile solo al sapore di un frutto o al profumo di un fiore. Ma che aiuta trovare nuove motivazioni e nuove prospettive e a sollevare lo sguardo verso il cielo e verso le altre creature.
Come può uno spazio verde influire positivamente su chi lo vive? «Il giardino incarna e riflette la nostra vita. Cambia con l’alternarsi delle stagioni ed è bello poterne osservare la trasformazione: se anche i tempi del corpo vengono scanditi dal ritmo della natura, la bellezza delle piante, dei fiori e dell’acqua protegge e dona benessere anche alla nostra mente. È necessario, in primo luogo, stabilire che tipo di spazio progettare. Si può studiare l’integrazione tra il verde e una piscina o un’area per bambini, e valutare come utilizzare le piante, creando giochi come tunnel di salici e composizioni che stimolino i sensi e, al contempo, siano gestibili e manutenibili. Ci sono, poi, alcuni clienti che desiderano anche un orto di fiori da taglio e di piante aromatiche che sono semplici da coltivare. In questo caso propongo una coltivazione in settori rialzati, in modo da dare un disegno ordinato e una maggiore semplicità di manutenzione».
Sulla base di cosa si sceglie come progettare lo spazio esterno?
«Confrontandosi con chi fruirà del giardino, il paesaggista può comprendere qual è l’obiettivo dell’intervento. È molto importante capire i desiderata del cliente attraverso immagini e suggestioni, per identificarne gusti personali: da uno stile più naturale a uno più formale, con ispirazione inglese o contemporanea. Insieme indagare quali sono i colori e le forme delle piante che il committente preferisce e, ancora, se possono essere apprezzate zone particolari come spazi per il relax, per il gioco o magari specchi d’acqua.
Mi è capitato anche di progettare un healing garden, che – attraverso piante e fiori, profumi e colori inseriti ad hoc – è in grado di stimolare reazioni nel corpo capaci di alleviare le tensioni, come la ricerca biofilica attesta. Allo stesso modo, può essere benefico praticare il gardening acquatico, per cui occorre tenere pulita la vasca con quella “cura per qualcos’altro” che fa stare bene, mentre il rumore dell’acqua scandisce lo scorrere del tempo stimolando sensazioni di armonia. In questo senso, una biopiscina o piscina naturale rappresentano uno specchio d’acqua rispettoso dell’ambiente e poco dispendioso in risorse».
Che tipo di piante possono essere associate per creare uno spazio mutevole e stimolante?
«È necessario conoscere bene le piante stesse e il loro sviluppo, così da saperle associare in base a texture, colore e periodo di fioritura. È importante scegliere piante interessanti anche per la colorazione autunnale, periodo in cui abbiamo poche fioriture e quindi possiamo giocare con i toni rossi e gialli del fogliame e delle graminacee o dei frutti di arbusti ed alberelli. Per l’inverno invece bisogna sempre prevedere un po’ di sempreverdi, senza esagerare, che diano la struttura al giardino. L’effetto migliore è quindi dato dai bordi misti di bulbose, perenni e arbusti, che possono fiorire o essere interessanti in ogni periodo dell’anno».
Quali sono le specie più adatte che fioriscono nei diversi mesi dell’anno?
«In primavera fioriscono bulbose come il narciso, mentre l’aglio ornamentale arriva alla sua massima bellezza qualche settimana dopo. Per le zone d’ombra consiglio lo Hyacinthoides hispanica, mentre, con l’arrivo dell’autunno, fiorisce il