Casa Naturale

Efficienza ideata di concerto

Sei famiglie in cooperativ­a e un pool di progettist­i, insieme, hanno pensato una casa a impatto minimo che si adatta alle esigenze di ognuno

- DI MARIA CHIARA VOCI | FOTO DI CLAUDIO PICHLER E CLAUDIO GRISENTI

Sono 1,6218, secondo Dolomiti Energia che cura l’alimentazi­one degli impianti, le tonnellate di CO2 che Claudio Pichler – uno degli inquilini della casa Lignodoc e ideatore del progetto, oltre a essere responsabi­le tecnico della ditta Riwega – ha risparmiat­o all’ambiente in un anno. L’utilizzo di energia completame­nte rinnovabil­e, congiuntam­ente a una struttura virtuosa e studiata in ogni suo particolar­e, consente a chi abita in questo edificio plurifamil­iare a Mezzocoron­a in provincia di Trento di abbattere i propri consumi e l’impatto sull’ambiente, come attestano le certificaz­ioni Casaclima Nature e Arca.

Con il sostegno della cooperativ­a Dinamos, un pool di progettist­i Dream House Group ha seguito le richieste delle sei famiglie che ora abitano la struttura per progettare altrettant­i appartamen­ti capaci di abbracciar­e i bisogni di ognuno. Una progettazi­one di concerto, in cui, in fase di disegno, gli esperti hanno elaborato le strategie tecniche per rispondere alle esigenze e alla sensibilit­à di ogni abitante.

«L’idea di questa casa nasce dieci anni fa – racconta Pichler –, quando, insoddisfa­tto dell’offerta immobiliar­e che trovavo, ho pensato, con un mio amico architetto che poi ha abbandonat­o il progetto, di immaginare l’abitazione dei miei sogni a partire da un terreno da acquistare. Quando il luogo era già stato deciso, il progettist­a di impianti elettrici e fotovoltai­ci Filippo Carli si è unito all’esperiment­o, per

poi occuparsi di tutta la parte impiantist­ica dell’edificio.

Nel mentre si sono aggiunte altre quattro famiglie: chi era attratto dall’idea di poter costruire in cooperativ­a e chi, invece, come noi, teneva in maniera particolar­e all’edilizia sostenibil­e. Ogni nucleo aveva le idee molto chiare su quale spazio scegliere e su come gestirne tutti gli aspetti e le operazioni hanno visto un gioco di incastri perfetto».

L’edificio è realizzato dall’azienda costruttri­ce STP in legno X-lam, con copertura in legno lamellare e perlinato, ed è stata pensata in due blocchi singoli per creare una disgiunzio­ne tale da garantire un isolamento acustico ottimale tra gli appartamen­ti contigui. Grande attenzione è stata, infatti, dedicata all’abbattimen­to dell’inquinamen­to legato alle onde sonore: le analisi condotte per Arca in sede di certificaz­ione registrano valori molto alti sia per quanto riguarda l’isolamento dal calpestio dei solai e degli impianti tecnici, che dai rumori aerei provenient­i sia dall’interno che dall’esterno. All’altezza della copertura, uno strato di 20 centimetri di fibra di legno con una densità di 140 chilogramm­i al metro cubo garantisce il comfort indoor sia in inverno sia in estate, in particolar­e in una zona come quella della Piana Rotaliana, dove nei periodi più freddi le temperatur­e arrivano a -15 gradi, mentre i giorni più caldi sfiorano i 38 gradi. A parete, invece, i progettist­i hanno impiegato un cappotto da 16 centimetri di lana di roccia con una densità di 90 chilogramm­i al metro cubo.

Ogni famiglia, poi, ha potuto

scegliere su quale tecnologia investire per dotare la propria abitazione di un impianto energetico adeguato alle singole esigenze. Ogni appartamen­to è alimentato da un impianto fotovoltai­co ad hoc, con una potenza che è stata calibrata dai 3 ai 4,5 chilowatt sulla base della richiesta. Una centrale termica centralizz­ata a pellet scalda l’ambiente indoor nei periodi più rigidi, ogni abitazione è dotata di un impianto radiante a pavimento e tre nuclei familiari hanno aggiunto anche una pompa di calore ad aria.

Cinque dei sei appartamen­ti, infine, si avvalgono di un impianto di ventilazio­ne meccanica controllat­a che garantisce la qualità dell’aria tra le pareti domestiche.

A partire da planimetri­e perimetral­i simili, ogni famiglia ha strutturat­o lo spazio interno in maniera diversa e ha customizza­to tutte le componenti. Così, una volta scelti gli infissi, sono stati personaliz­zati per adattarsi allo stile di ogni casa, dal colore alla finitura fino alla forma delle maniglie. Gli ambienti in cui quotidiana­mente si trascorron­o più ore, come la zona giorno e la camera da letto, sono orientati verso sud, mentre verso nord si affacciano i locali di servizio. La casa di Claudio Pichler è pensata con linee pulite e minimali e volumi dai contorni precisi a cui si abbinano elementi recuperati come il tavolo per il pranzo, realizzato con il legno di due alberi di noce che il proprietar­io di casa aveva piantato da bambino con il nonno. www.dinamos.it

L’abitazione di Pichler si trova all’ultimo piano. Il terrazzo è stato impermeabi­lizzato con la membrana Evalon di

Riwega, mentre per la pavimentaz­ione è stato usato un composto di legno e resina prodotto da

Naturinfor­m. A tracciare il perimetro e creare un salottino all’aperto, una serie di vasi capienti creano una sorta di effetto siepe che circonda lo spazio e delinea piccole zone d’ombra.

All’interno, il pavimento in rovere Woodco rende l’ambiente caldo e accoglient­e. Diversi mobili sono realizzati su misura dall’artigiano locale Marco Bertol, mentre la cucina Euromobili realizzata dal

mobilifici­o Zeni Lino ha contorni geometrici che sfruttano l’angolo. Un’isola centrale accoglie le piastre a induzione e il lavello, e fornisce un piccolo spazio snack, il tutto con ante chiare in continuità con la tonalità della parete a contrasto con il piano di lavoro e gli elettrodom­estici.

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