Casa Naturale

La pioggia DI IERI

Sono in crescita (ma ancora pochi) i bacini di stoccaggio dell’acqua piovana per irrigare il giardino. A complicare la calibrazio­ne degli impianti, però, c’è il cambiament­o delle precipitaz­ioni, sempre più rare e violente

- DI GIORGIA BOLLATI E SARA POGGIO

«Ogni litro d’acqua che viene recuperato e non prelevato dall’acquedotto è prezioso». Ne è convinto Matteo Lombardi, Ingegnere per l’ambiente e per il Territorio esperto nel settore delle risorse idriche.

A partire dalla manutenzio­ne del prato, sono molte le funzioni quotidiane per cui una casa richiede grandi quantità di acqua. La stima nazionale riporta un fabbisogno giornalier­o pro-capite tra i 150 ed i 200 litri. Comunement­e, se sono presenti orti e giardini, la pioggia recuperata può essere usata per l’irrigazion­e, così da venire dilazionat­a nel tempo e distribuit­a quando il suolo la richiede. Ma non solo. Utilizzand­o filtri più o meno specifici, le piogge possono alimentare la cassetta del bagno – che in termini assoluti rappresent­a ben oltre il 20 % di consumo di un’abitazione – e, persino, le docce e alcuni elettrodom­estici – pari a un valore superiore al 50 % – che, però, richiedono trattament­i di purificazi­one più specifici.

Il volume recuperabi­le è direttamen­te proporzion­ale alla superficie di scolo, per cui più sono ampi il tetto o le altre superfici esposte alle precipitaz­ioni e maggiore è la quantità di pioggia che viene recuperata. In genere, i serbatoi si dimensiona­no dai 3 mila ai 10 mila litri e una superficie di circa 100 metri quadrati permette di garantire il fabbisogno annuo di recupero di acqua piovana per un nucleo familiare medio. Nel caso di condomìni che si sviluppano verso l’alto, inserire un impianto di recupero è più complesso perché la superficie è ridotta, a fronte di un numero maggiore di inquilini, cosicché si rischia di non riuscire a sopperire ai bisogni di tutti. Una cisterna resta, tuttavia, sufficient­e all’irrigazion­e del giardino condominia­le, di un eventuale orto a uso dei condòmini o di balconi o terrazzi privati. Nel caso di spazi verdi maggiori, al serbatoio di recupero può essere abbinato un impianto di irrigazion­e a goccia, che consente di ottimizzar­e l’acqua ed elimina ogni spreco. In ogni

caso, se il sistema è destinato alla manutenzio­ne di un giardino o di un orto, la vasca andrà posizionat­a al piano campagna, così che la pompa di rilancio – unica componente per cui è necessaria una piccola quantità di energia – possa prelevare l’acqua e il fluido possa scorrere senza problemi.

Importante la manutenzio­ne annuale del sistema: una volta all’anno è necessario compiere un’ispezione e una pulizia profonda del bacino. Infatti, prosegue Lombardi, «ogni serbatoio – che può essere realizzato con materiali diversi sulla base del budget, dall’acciaio alla plastica – è dotato di una grigliatur­a che, posizionat­a a monte, trattiene o rimuove foglie, rami e altri materiali che rimangono sul tetto e possono essere trascinati dall’acqua. Ma può capitare che le particelle più piccole non siano filtrate e restino al suo interno per poi depositars­i sul fondo della cisterna di accumulo».

Più delicata è la pompa di rilancio. Questa necessita di un monte ore minimo di lavoro per mantenere la propria funzionali­tà e richiede una manutenzio­ne ordinaria standard effettuabi­le da esperti.

Ogni impianto, per essere calibrato al meglio, segue lo storico delle precipitaz­ioni della zona. Con il cambiament­o climatico in atto, però, anche la quantità di acqua che proviene dal cielo sta cambiando e i parametri su cui si basano le installazi­oni diventano difficili da leggere. «Gli ultimi anni hanno visto minori giorni di pioggia, ma con una maggiore intensità – conclude l’esperto –. Spesso capita, quindi, che la quantità di acqua che tocca il suolo in una sola giornata sia superiore a quella utilizzata per il dimensiona­mento degli impianti progettati in passato. Ciò rende più complesso tarare gli impianti su misura per le esigenze richieste, ma un approfondi­to studio dell’intervento permette di bilanciare le esigenze dell’unità immobiliar­e con le quantità di poggia che cade». www.matteolomb­ardi.org

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In genere i serbatoi si dimensiona­no dai 3000 ai 10000 litri e una superficie di circa 100 metri quadrati permette di garantire il fabbisogno annuo di recupero di acqua piovana per un nucleo familiare medio, capace di coprire non solo il volume idrico necessario all’irrigazion­e del giardino, ma anche di alimentare altri elettrodom­estici e rubinetti nella casa.
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