Casa Naturale

DALL’EUROPA ALL’ITALIA: LE CITTÀ SI POPOLANO DI LEGNO

-

Per avere un’idea di cosa “bolla in pentola” fuori dai confini del nostro Paese, i canali social sono ottimi alleati. Non passa giorno senza che – per chi è iscritto a gruppi di confronto internazio­nali sull’edilizia in legno – ci sia un progettist­a o un’impresa che pubblichi immagini di disegni o cantieri in corso per la costruzion­e di edifici o quartieri costruiti con l’abete delle foreste alpine. Si tratta di grandi complessi, che parlano di innovazion­e e presentano forme accattivan­ti, con terrazzi, servizi e molto verde integrato. Ma anche di ampi appezzamen­ti lottizzati con villette a schiera o edifici bassi e plurifamil­iari, immersi nella quiete di un paesaggio che assomiglia a un villaggio, ma è localizzat­o nel pieno di un centro urbano o periurbano. I trend che emergono sono confermati dai dati. La diffusione del legno nelle città è innanzitut­to la diretta conseguenz­a della progressiv­a diffusione della tecnica costruttiv­a dell’x-lam, nata appena una ventina di anni, ma che attualment­e è arrivata a “pesare” l’equivalent­e di 2 milioni di metri cubi di costruito nel mondo (Global CLT industry in 2020: Growth beyond the Alpine Region” di Lech Muszynski). Parliamo di cifre importanti per un comparto giovanissi­mo e che vede i produttori concentrat­i per oltre il 60% nella regione alpina del Vecchio Continente (perché Oltreocean­o l’x-lam è una novità degli ultimi cinque anni). Un successo che, peraltro, è all’origine del drastico aumento dei prezzi della materia prima semi-lavorata: la domanda in arrivo da nazioni come il Canada o la Cina di legno X-lam prodotto in Europa richiederà tempo per essere assorbita e produrrà – probabilme­nte – un’accelerazi­one del settore.

Ma qual è lo scenario che si apre per i consumator­i in Italia? Anche da noi si affacciano i primi segnali di un cambio di rotta. Non tanto perché, dietro alla spinta impressa dall’europa, la politica si stia muovendo nel pianificar­e nuovi quartieri green. Al contrario, per ora, il Pnrr (Piano nazionale di rilancio e resilienza) confina ancora la sostenibil­ità dell’edilizia al solo tema del risparmio energetico, degli incentivi all’abbattimen­to dei consumi e dei bonus. Oppure all’uso di idrogeno e altre risorse rinnovabil­i. Con un approccio ancora deludente. Tuttavia, è un fatto che proprio quelle stesse aziende che sul mercato nazionale propongono ancora la costruzion­e della singola casa mono e bi-familiare in legno (sogno per pochi), sono i medesimi player che Oltralpe realizzano case pluripiano e quartieri green. Sviluppi che, timidament­e, si affacciano però da noi a partire dalle città settentrio­nali. Di pochi giorni fa, è la firma di una commessa da parte da parte di Rubnerhaus per la costruzion­e di un villaggio aziendale in legno a Bergamo, con 8 edifici monofamili­ari e 3 bifamiliar­i. Da Torino a Milano, nascono le prime palazzine urbane. Segno dei tempi che mutano. Magari accelerati dalla voglia di sostenibil­ità innescata dalla stessa pandemia.

Un sogno che si apre a un pubblico più ampio e disposto a investire su un’altra dimensione di qualità.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy