Casa Naturale

UNA SCELTA DI COERENZA

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Il futuro parla di grandi sviluppi. Il presente, in Italia, è quello di un mercato stabile (che rappresent­a oramai da qualche anno il 7-8% delle nuove costruzion­i annuali), con una media di poco più di 3mila cantieri l’anno (3.145 quelli registrati dal Rapporto sulle case in legno di Federlegno-arredo 2020) che al 90% sono edifici residenzia­li. Soprattutt­o case singole o duplex, metà realizzate a telaio e metà in X-lam da imprese medie o piccole e che realizzano alcune poche decine e altre alcune centinaia di immobili l’anno.

A fronte di questa fotografia, quali sono però i nuovi trend?

«Le case in legno hanno un fascino che nessuna altra tecnica costruttiv­a può eguagliare – afferma Emanuele Garufi, architetto esperto di legno –. Per il comfort che restituisc­ono e che si percepisce in modo immediato da chi varca la soglia di un edificio realizzato nella molteplici­tà e ricchezza di essenze che si possono impiegare dalla struttura alle finiture. Ma anche perché incarnano quell’ideale di sostenibil­ità che oggi rappresent­a un nuovo valore per una platea di consumator­i che sono consapevol­i dei rischi connessi al cambiament­o climatico e all’impoverime­nto delle risorse della

Terra e che vogliono sapere di essere parte attiva nel contribuir­e alla conservazi­one dell’ambiente. Senza, ovviamente, dover rinunciare al bisogno di una casa sicura, bella e confortevo­le».

A partire da questo presuppost­o, sono diversi i passi da fare. «Innanzitut­to – prosegue

Garufi – perché scegliere un edificio in legno significa fare una scelta di campo. Non ha senso decidere per questa opzione, se non si ha il coraggio di compiere una scelta coerente fino in fondo. Sostenibil­e al 100%, ad esempio, negli isolanti, nei rivestimen­ti, negli arredi e nel modo in cui si userà l’edificio. Perché anche lo stile di vita ha un impatto importante». In secondo luogo, i clienti devono pretendere di più dalle imprese. Durevolezz­a, salubrità e qualità sono parole che non devono scemare di significat­o. Per questo, è importante un’accurata selezione del fornitore oltre al supporto di profession­isti che sappiano trattare questo tipo di materiale portandolo ad esprimere al massimo i valori che sottende. «Non possiamo pretendere dal legno che si comporti come una muratura tradiziona­le – conclude il progettist­a –. Si tratta di un paradigma diverso».

Dalla piccola alla grande scala, gli italiani dovrebbero infine abituarsi a chiedere di più anche alla politica. Così come per il settore di alcune opere pubbliche (ad esempio, le scuole), il legno sta rappresent­ando la scelta primaria di molti comuni, per ragioni connesse alla rapidità delle realizzazi­oni e alla sicurezza degli immobili, anche il comparto della residenza può essere spinto verso la creazione di “un bosco del welfare", concetto sviluppato dall’architetto Mauro Frate, scuola Iuav, progettist­a di edifici in legno e che interpreta gli edifici come alberi in un paesaggio piacevole come quello di una foresta in cui è bello e sano abitare.

Per arrivare qui, ci vuole però pianificaz­ione, sostegno economico e volontà politica nell’affrontare decisioni coraggiose, quanto inevitabil­i per la sopravvive­nza dell’uomo nel suo habitat.

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