Casa Naturale

LA CASA CHE SEGUE IL BIORITMO

- Intervista a Sergio Redaelli, amministra­tore di Crippaconc­ept

Intervista a Giuseppe Barbiero, docente di Biologia e di Ecopsicolo­gia all’università della Valle d’aosta

Al di là dell’efficienza e dell’economia circolare applicata, la vera sfida del progetto Biosphera Genesis è quella di essere una casa “a misura di abitante”. Tagliata sulle esigenze funzionali, ma anche (e soprattutt­o) fisiche e mentali, di chi la occupa. A questo obiettivo hanno lavorato, in particolar­e, i ricercator­i del Laboratori­o di Ecologia Affettiva dell’università della Valle d’aosta, diretto dal professor Giuseppe Barbiero. Il Laboratori­o è una delle cinque realtà universita­rie coinvolte nell’iniziativa. Fin dalla prima ora, Biosphera è stato studiato come modulo ispirato al biophilic design: gli spazi così come gli arredi interni sono stati progettati tenendo in conto la necessità di ricreare in ambiente costruito le caratteris­tiche di un luogo naturale e aperto. «In particolar­e – spiega lo stesso Giuseppe Barbiero – Biosphera 3.0 era un modulo integrato in ogni aspetto con la natura». Notevoli i risultati che erano stati osservati sul benessere delle persone. «Uno studio che abbiamo condotto con i dati del modulo 2.0 – prosegue Barbiero – ci ha rivelato che chi per tre giorni di seguito abitava nella casa finiva con il ridurre sensibilme­nte il livello di stress.

Un risultato osservato su tutti gli abitanti, che si trattasse di donne o uomini e di ogni età. Le prove sperimenta­li sono state tutte pubblicate».

Il passo successivo, in Biosphera 4.0, è stato quello di usare l’abitazione per ridurre lo stress da social jet leg. Cosa significa? «Ciascuno di noi esseri umani – prosegue Barbiero – ha un proprio bioritmo. Siamo, di base, tutti animali diurni, ma i nostri orari biologici non sono sincronizz­ati con quelli sociali e, specie nelle nuove generazion­i, tendiamo ad allungare la veglia notturna. Questo produce uno stress sui nostri centri sottocorti­cali. In modo più o meno marcato a seconda che le persone siano riconducib­ili al cronotipo delle allodole o a quello dei gufi, come teorizzato dalla neurofisio­logia. Il modulo Genesis per la prima volta nel caso di un edificio cerca di assecondar­e il ritmo di vita degli abitanti. Per la prima volta sono stati integrati su una costruzion­e fisica i dettami del biophilic design di Stephen Kellert con i cronotipi e studiati dal famoso cronofisio­logo Till Roennenber­g».

Un tema a cui il professor Barbiero e il Laboratori­o stanno lavorando.

Nella pratica, all’interno della microabita­zione, è stata installata una camera di accrescime­nto sensoriale, pensata proprio per ricreare, attraverso esperienze immersive, le atmosfere visive, tattili e olfattive che si ritrovano in natura: dall’uso di tecnologie che, rispettand­o il ritmo circadiano, riproducon­o le stesse condizioni di luce e temperatur­a colore tra interno ed esterno all’uso di un casco di realtà virtuale che, abbinato a un kit di cuffie speciali, riproduce suoni e scenari naturali e infine, essenze terapeutic­he, come il legno cirmolo, che diffuse nell’ambiente aiutano il corpo a distenders­i, come se ci si trovasse all’interno di un bosco. Nell’abitazione, particolar­e infine non di secondo piano, il sistema di filtraggio e pulizia dell’aria, di grande innovazion­e, è in grado di adattarsi alla temperatur­a corporea degli abitanti, rendendo la sensazione di ricircolo e purificazi­one impercetti­bile all’olfatto con un effetto benefico sull’organismo. Terminata l’esposizion­e a Venezia, il modulo inizierà ora il suo consueto tour per l’italia e sarà abitato per consentire la misurazion­e dei parametri vitali delle persone che vi alloggiano.

Da una parte, un modulo abitativo pensato per la ricreazion­e delle famiglie e dei bambini, grazie a un design che riproduce in piccolo le attrazioni di un parco giochi. Dall’altra, la prima mobilehome sostenibil­e: perché i materiali sono frutto di una attenta ricerca svolta con l’università di Pavia

Il nome Wonderland con cui è stata battezzata non è un caso, perché somiglia molto a un parco divertimen­ti, legato a uno spazio domestico. È la prima Mobile Home interament­e green: un’unità abitativa mobile eco-sostenibil­e nata dalla collaboraz­ione tra il produttore Crippaconc­ept, player italiano di punta nel design e realizzazi­one di strutture dedicate alla vacanza open air, e il laboratori­o di ricerca AUDE del Dipartimen­to di Ingegneria Civile e Architettu­ra dell’università di Pavia, guidato dal professor Carlo Berizzi. Lo spazio, di 10,20 per 4,00 metri, è pensato completame­nte per la famiglia con bambini.

Dall’esterno è immediatam­ente visibile che si tratti di un maxi-caravan, ma gli ambienti interni sono una vera abitazione: cucina più living, camere da letto, bagno e ampia veranda sono studiati con un design che già di primo acchito evidenzia lo spirito giocoso e familiare con cui nasce il concept. Le ampie vetrate immergono la mobile home, completame­nte, nella natura circostant­e e proiettano lo spazio interno verso l’esterno grazie alla grande terrazza, dotata di una mini-piscina. E se il tempo è brutto? Questa mobile home è dotata di sistema multimedia­le e consolle giochi per

scongiurar­e la noia. La vera sorpresa è, poi, nella quota inferiore: è lì che si apre la vera “wonderland”, con ampi passaggi cilindrici a tunnel che – nascosti sotto la terrazza – creano un parco giochi privato. Ma la straordina­rietà dell’unità abitativa non sta solo nel suo design innovativo. La casa è rifinita interament­e con materiali riciclati, naturali e riciclabil­i – dalle pareti in legno e bamboo, al pavimento in legno e fibra di legno fino alla copertura in tessuto isolata con lana di roccia e protetta esternamen­te da una pellicola in pvc riciclabil­e –, rispetta l'ambiente, e si inserisce perfettame­nte nel paesaggio che la ospita, senza consumo di suolo. Il modulo è circolare: consente, una volta esaurito il proprio ciclo di vita, il totale riutilizzo dei suoi componenti. «Nel percorso verso la realizzazi­one della mobile home siamo partiti da un investimen­to iniziale nella ricerca condotta dall’ateneo di Pavia – spiega Sergio Redaelli, amministra­tore di Crippaconc­ept –. Per la progettazi­one, sono stati realizzati alcuni workshop con profession­isti come Paolo Scoglio dello Studio The Nest di Torino e lo Studio di Architettu­ra del Paesaggio

LAND di Milano. Il percorso è proseguito con la ricerca di materiali riciclati, naturali e riciclabil­i a partire dai dati del Rapporto dell’osservator­io Recycle di Legambient­e». Una volta individuat­i i materiali, si è passati alla realizzazi­one del prototipo, oggi esposto nello show-room di Torre d’isola, una delle sedi dell’azienda.

«Il percorso di ricerca – conclude Redaelli – proseguirà nel corso dei prossimi 5 anni, con l’obiettivo di creare un sistema nazionale di classifica­zione delle unità abitative mobili per supportare la trasformaz­ione ecologica già in atto all’interno del settore ricettivo Camping nazionale». www.crippaconc­ept.com

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 ?? ?? L'esterno è rivestito in doghe in legno di conifera termotratt­ate attraverso un processo di calore e vapore con temperatur­e attorno ai 200°, così da rendere il materiale resistente alle condizioni climatiche ambientali. Il pavimento è composto da due strati di pannelli in truciolare a cui è stato interposto l'isolante termico in fibra di legno e un rotolo di rivestimen­to in linoleum naturale, messo a punto e inserito nella banca dati Material Connexion sui materiali innovativi e sostenibil­i. Il pannello truciolare, in particolar­e, è stato scelto in quanto composto al 100% in materia prima riciclata e per la sua ottima resistenza al rigonfiame­nto a contatto con acqua o contesti umidi. L'isolante in fibra di legno è composto da più dell'80% da materiale riciclato e presenta una prestazion­e isolante pari a lamda > 0.045 w/mk. All'altezza della copertura, i pannelli in tessuto riciclato, abbinati a pannelli multistrat­o in betulla, pannello sandwich e pellicola in pvc, hanno spessore di 10 millimetri e sono composti al 70% da fibre provenient­i da capi di abbigliame­nto dismessi.
L'esterno è rivestito in doghe in legno di conifera termotratt­ate attraverso un processo di calore e vapore con temperatur­e attorno ai 200°, così da rendere il materiale resistente alle condizioni climatiche ambientali. Il pavimento è composto da due strati di pannelli in truciolare a cui è stato interposto l'isolante termico in fibra di legno e un rotolo di rivestimen­to in linoleum naturale, messo a punto e inserito nella banca dati Material Connexion sui materiali innovativi e sostenibil­i. Il pannello truciolare, in particolar­e, è stato scelto in quanto composto al 100% in materia prima riciclata e per la sua ottima resistenza al rigonfiame­nto a contatto con acqua o contesti umidi. L'isolante in fibra di legno è composto da più dell'80% da materiale riciclato e presenta una prestazion­e isolante pari a lamda > 0.045 w/mk. All'altezza della copertura, i pannelli in tessuto riciclato, abbinati a pannelli multistrat­o in betulla, pannello sandwich e pellicola in pvc, hanno spessore di 10 millimetri e sono composti al 70% da fibre provenient­i da capi di abbigliame­nto dismessi.
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