LEGNO-ENERGIA COSTRUZIONI
Dall’intervento di Guido Callegari, Professore di Tecnologia dell’architettura al Politecnico di Torino, partner dell’evento
La necessità di decarbonizzare le città tocca diversi settori: tra questi, «il comparto dell’edilizia – spiega l’architetto Guido Callegari – si trova nelle condizioni migliori per un’innovazione in ottica di abbattimento delle emissioni attraverso sistemi costruttivi in legno. In un conteggio dei diversi utilizzi del legno, il 53% del materiale proveniente dal patrimonio forestale è usato per la cellulosa e la filiera della carta, il 47% per i prodotti da costruzione. Sistemi edilizi, questi, che hanno una tradizione di secoli, in Europa, e che oggi possono abbracciare una sfida tecnologica grazie agli strumenti che abbiamo sviluppato con gli investimenti degli ultimi vent’anni». Olanda, Germania, Inghilterra e Nord Europa nelle prime posizioni, Italia al seguito. Edifici sempre più alti, componenti ingegnerizzate e un quadro normativo di riferimento a livello internazionale incoraggiano processi di integrazione e progettazioni sempre più evolute. «A fronte dell’aumento della popolazione a cui abbiamo assistito dal 1700 e dell’aumento di temperatura che ora si assesta a 1,4° a fronte del grado e mezzo registrato dagli scienziati come punto di non ritorno – prosegue Callegari –, mettere in atto modelli di progettazione virtuosa non è più solo un’opzione.
Per fare ciò, è fondamentale utilizzare tutte le informazioni di cui siamo a conoscenza, che devono essere diffuse e fruibili come le possibilità che ci danno strumenti come il Green New Deal europeo». Occorre che le persone, da un lato, e le istituzioni, dall’altro, comprendano il valore del consumo globale di energia dovuto alle costruzioni che, sommando residenziale e non residenziale, raggiunge il 36%, con emissioni di CO2 pari al 39%. Insieme alla bontà delle filiere locali e nazionali – per cui in Italia sono in arrivo fondi anche dal PNRR, in particolare destinati all’edilizia scolastica, settore nel quale si sta affrontando in maniera specifica e approfondita la tematica del legno e che può porsi da volano nei confronti di questa modalità costruttiva – che possono incrementare posti di lavoro e competenze, e alle strategie per progettare le città in modo da ottimizzare le risorse, è urgente anche un grosso lavoro sul dispendio energetico. «Occorrono strategie per la programmazione costruttiva – aggiunge Callegari –, sistemi di ingegnerizzazione del legno che consentano un’attenta valutazione degli scenari progettuali e delle ricadute ambientali dell’integrazione tra costruzioni tradizionali e interventi in legno. Per questo sarà necessaria una sempre maggiore integrazione tra BIM e GIS. E anche una crescente valorizzazione del settore dell’energia. Basti guardare alla prima turbina eolica in legno da 30 metri sviluppata da Modvion: si ipotizza che l’energia eolica possa diventare la prima fonte di approvvigionamento energetico entro il 2026.
Allora diventeranno necessarie pale eoliche sempre più alte che, se saranno realizzate in legno, potranno garantire un risparmio energetico del processo di costruzione del 70% rispetto a una turbina in acciaio tradizionale».
In questo contesto, i digital twin potranno garantire un controllo sempre più millimetrico della progettazione, della realizzazione e, poi, del ciclo di vita di ogni oggetto. Perciò, immaginare e disegnare città che consumino sempre meno suolo, in cui gli spazi siano ottimizzati, con un uso di risorse funzionale per riqualificare, con gli strumenti forniti dalle ultime ricerche e i fondi messi a disposizione della Commissione Europea e dagli Stati membri, così da prolungare il ciclo di vita di ogni edificio e incoraggiare un’economia che sia sempre più circolare, consentirà di creare una strategia per una trasformazione in grado di generare valore aggiunto. Con il legno come materiale principe.