DALLA GESTIONE DELLE FORESTE ALLO SVILUPPO DI NUOVE TECNOLOGIE PER IL LEGNO
Dall’intervento di André Straja, architetto fondatore dello studio di architettura GAS Studio
Balloon framing e Log cabin: i sistemi più diffusi per l’edilizia in legno sono altamente flessibili, semplici da assemblare e adattabili per diversi climi – nel primo caso – e solidi ed esteticamente appaganti tanto da tradursi in status symbol – nel secondo, che consiste in pareti costituite da tronchi integri assemblati tra loro. La cultura dell’edilizia in legno americana è storica, come racconta André Straja, architetto statunitense trasferitosi a Milano e che nel 1997 ha fondato lo studio di architettura GAS studio insieme al socio Jim Goring, con sede a San Francisco.
«In America – spiega Straja –, sono molti i sistemi costruttivi in legno usati, dal telaio al cross laminated timber, che si prestano anche a mix di materiali. Studi e architetti come Green&green, Bernard Maybeck e Frank Lloyd Wright hanno fatto la storia dell’edilizia in legno degli Stati Uniti, tanto che oggi risulta normale vedere ovunque piccoli edifici multipiano che all’esterno appaiono in muratura e poi in realtà hanno struttura in legno. Per questo motivo, in un territorio vasto come quello, la superficie di boschi gestiti con un meccanismo di agricoltura forestale per cui vengono piantati più alberi di quelli che vengono tagliati crea spazi alberati sconfinati, in cui la maggior parte delle piante è estremamente giovane e, quindi, particolarmente efficace nell’immagazzinare la CO2. Questo processo è il catalizzatore dello sviluppo di molte altre tecnologie per il legno». La qualità delle foreste, con una gestione boschiva ben organizzata e proficua, insieme a una filiera produttiva avviata, consente ad architetti e impresari di sperimentare sempre nuovi materiali ibridi, innovativi e adatti a prestarsi a condizioni diverse. «Se osserviamo le pratiche di alcuni studi – prosegue l’architetto –, troviamo travi a doppia T in legno che imitano perfettamente l’edilizia in muratura e in metallo che in più sono in grado di dare un aspetto naturale alle strutture, come nel caso degli edifici realizzati dallo studio di progettazione Lever Architecture. Oppure troviamo i record delle nuove costruzioni: sarà a Milwaukee, nel Wisconsin, l’edificio con struttura in legno massiccio più alta al mondo, con i suoi 25 piani. Tutto questo proviene dalle sperimentazioni di materiali nuovi che nel Nord America hanno una lunga storia: già più di 20 anni fa, in California, si realizzavano passerelle, che offrivano un passaggio diverso da quello che avrebbe rovinato le dune della spiaggia, realizzate con il Trex, un materiale fatto di plastica riciclata e polvere in legno». Un sistema che unisce più materiali al legno può garantire una resilienza molto elevata nella misura in cui ogni materia prima sopperisce alle debolezze delle altre, così che queste concorrano a creare un prodotto ancora più forte e resistente.
Uno sviluppo maggiore della filiera locale, con una gestione sempre più sapiente delle foreste, potrà contribuire anche allo sviluppo delle tecnologie costruttive legate alla risorsa legno. «In Italia, il settore dell’edilizia in legno ha una tradizione più ristretta – conclude Straja –. Questo è dovuto a una cultura che non è ampia quanto quella statunitense». Mai come ora, dunque, dovremo imparare dagli altri, e assorbire quanto più possiamo dalle culture straniere. Per rafforzarci come il legno ibrido grazie a tutte le contaminazioni esterne.