A misura DI BIMBO
Un ambiente che renda il bambino autonomo. Per un’educazione che renda liberi. Maria Montessori, della libertà e della possibilità di autodeterminarsi, ha fatto un manifesto ormai conosciuto in tutto il mondo. Ha dato forma a un nuovo paradigma che tocca tutti i punti della quotidianità, dall’istruzione alla vita pratica e, insieme, alla progettazione della casa in cui il bambino vive. «Uno spazio realizzato in questa chiave – spiega Sabrina Zanini, maestra ed esperta in formazione montessoriana – non mette barriere ai bambini e alla loro possibilità di sperimentare. Ovviamente, senza rinunciare alla sicurezza. I piccoli devono poter accedere comodamente ai vestiti, ai giochi, al cibo e agli specchi, in modo da potersi prendere cura di se stessi e delle proprie necessità in autonomia. Tutti gli arredi, quindi, devono essere all’altezza che più si addice alla loro posizione». Da un lato, dunque, incoraggiare la creatività e la scoperta. Dall’altro, trovare soluzioni e strategie perché, nella maggiore libertà possibile, i bambini siano protetti da eventuali rischi. A partire dal riposo.
«Il letto deve poter essere sfruttato in autonomia dal
bambino – prosegue Zanini –. Una struttura con protezioni è pensata per evitare incidenti, ma in questa maniera ingabbia anche la possibilità che i piccoli hanno di gestire i propri bisogni, vedendosi costretti a urlare o chiamare qualcuno che li aiuti. Il letto montessoriano, già utilizzabile dai sei mesi, consente ai bambini di muoversi e gattonare, di andare a dormire o di svegliarsi quando questi ne sentono il bisogno». Si tratta di elementi simili a futon, adagiati a terra, in modo da evitare urti in caso di caduta e da consentire l’accesso a qualsiasi altezza. Coperti, poi, da strutture semplici, capaci di sorreggere teli o altre superfici, danno modo al bambino di creare “la tana”, il rifugio intimo e privato che tutti, da piccoli, avevamo la tendenza a ricercare.
Allo stesso modo, specchi e altri ripiani devono essere posizionati in modo che i bambini possano controllare il proprio aspetto, prendere oggetti o riporli al loro posto. «Da un punto di vista educativo – aggiunge l’esperta –, questo insegna loro la responsabilità della gestione di se stessi e della casa, in maniera naturale e spontanea. Anche a due anni un bambino può essere in grado di mettersi le scarpe o di vestirsi. Imparare a cambiarsi in funzione delle condizioni climatiche può essere uno step successivo, ma, nel frattempo, scegliere quello che si vuole e potersi guardare in uno specchio è un grande passo». Per questo occorrono panchette, mini-armadi e superfici riflettenti calibrati appositamente, non solo in funzione dell’età, ma anche, in maniera sartoriale, per la personalità stessa del bambino. È buona norma operare una divisione dello spazio in aree specifiche e funzionali perché tutto sia facilmente individuabile ed è bene scegliere, per le decorazioni e i mobili, colori neutri che non distolgano l’attenzione dal loro contenuto e non sovraeccitino il bambino. «L’area più complicata da gestire – conclude Zanini – è quella del bagno, perché sanitari su misura sono difficili da reperire. Una scaletta può consentire al piccolo di raggiungere il lavabo e di guardarsi allo specchio, ma per il bidet la faccenda è più complicata. In generale, quando un adulto è comodo in una camera per bambini, c’è qualcosa che non va. L’ambiente deve cambiare con l’età e la crescita del piccolo. Come diceva Montessori, deve seguirlo, in tutti i suoi bisogni».