TRA TERRA E ACQUA, LA COSTA
Abbiamo intervistato Philippe Cousteau in occasione della rigenerazione di una Prateria di Posidonia in Sardegna. Il nipote di Jacques Cousteau ci ha raccontato quali sono gli ecosistemi marini preziosi in difficoltà
Ho scoperto l’iniziativa di riforestazione marina di Posidonia Oceanica a Golfo Aranci da Mariasole Bianco, Presidente e cofondatrice di Worldrise – onlus per la salvaguardia del mare –, e ho voluto darle sostegno.
Con Earthecho, abbiamo contribuito alla sensibilizzazione dei più giovani. Ho creduto nel progetto perché, da un lato, sono convinto che nuove generazioni consapevoli siano fondamentali per un futuro migliore e, dall’altro, sono molto affezionato al Mediterraneo, dove ho passato molti anni a nuotare e immergermi.
Questa pianta è preziosa per la protezione della biodiversità, per la tutela dall’erosione del litorale costiero e perché assorbe una grande quantità di CO2. La
Posidonia, però, è solo uno degli ecosistemi importanti per la salute del pianeta.
Quali sono gli altri ecosistemi?
Le mangrovie, per esempio, creano ambienti costieri, a metà tra quelli marini e quelli terrestri, cruciali nella lotta al cambiamento climatico perché assorbono anidride carbonica, in proporzione, fino a cinque volte più delle foreste terrestri, come ha già riportato l’unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn). Sono habitat per più di 3 mila specie di pesci e altri animali e una risorsa per almeno 120 milioni di persone, cui forniscono sostentamento e protezione. Riducono l’altezza delle onde fino al 66%: se le foreste di
mangrovie andassero perse, almeno 15 milioni di persone sarebbero vittime di alluvioni, ogni anno, nel mondo.
Qual è lo stato attuale di questo tipo di ecosistema?
A lungo le mangrovie sono state considerate sacrificabili, dal sud dell’asia all’america centrale, tanto che si è vista una deforestazione maggiore di quella subita dagli ecosistemi alberati terrestri, in favore, tra le altre cose, di allevamenti di gamberetti. Negli ultimi anni, abbiamo compreso il potenziale di questi ambienti, soprattutto da un punto di vista economico, con la pesca, e per la protezione dai tifoni. Tutti gli ecosistemi costieri sono cruciali.
Il loro stato, però, non è ottimale…
In gran parte versano in condizioni non buone. Ecco perché proteggerli non basta. Devono essere rigenerati, come abbiamo fatto con la Posidonia, piantando 100 metri quadrati di talee.
Le alghe del Mare dei Sargassi, invece, proliferano creando diversi problemi. È così?
Questo tratto di Oceano Atlantico a est delle Bermuda non è delimitato da coste ma da correnti oceaniche. Qui cresce un’alga, il sargasso, che si raduna in masse che proteggono balene, uccelli migratori, crostacei e circa 120 tipi di pesci; accolgono altre 43 specie a rischio e le anguille europee e americane nella stagione riproduttiva. Con l’ultimo decennio, l’afflusso di alghe tra Caraibi, Golfo del Messico e coste della Florida è diventata un’invasione sempre più frequente che sta danneggiando la pesca locale e il turismo, e richiede pulizie costanti. In così grandi quantità, queste sottraggono ossigeno all’acqua,
Qui sopra, le stuoie in fibra di cocco ancorate al fondale per accogliere la Posidonia Oceanica, con il lavoro del biologo esperto Stefano Acunto e di Laura Marianna Leone dell’international School for Scientific Diving (ISSD) e Monica Previati, biologa di Worldrise. Ha partecipato e fortemente voluto il progetto anche Zeroco2, startup specializzata in riforestazione ad alto impatto sociale.
Qui accanto, un albero di mangrovia. riducono la luce solare necessaria per le piante oceaniche, soffocano le barriere coralline e impediscono alle tartarughe di deporre le uova. Come ha detto il Professore di Coastal Science della Florida International University Stephen P. Leathermen, a causarla possono essere le nubi di polvere del Sahara (ricche di ferro, azoto e fosforo), l’aumento delle temperature e le maggiori concentrazioni di azoto nelle acque che nutrono le alghe. Attualmente non esistono tecnologie particolarmente efficaci per smaltire questi cumuli vegetali: occorrerà concentrarsi sulla riduzione di tutto ciò che può fungere da fertilizzante.