LA PRATICA DEL MATERIALE PER IL FUTURO
Conoscere il legno e apprezzarlo per le sue caratteristiche uniche, a partire dalle realizzazioni più piccole: questa la ricetta per preparare il settore all’incremento delle costruzioni
Non solo questioni tecniche. Costruire in legno significa anche sposare una filosofia. Significa scegliere un materiale vivo, accoglierne nodi e venature, odori e piccole deformazioni, per poi conoscere tutte le tecniche per trattarlo, così da avere un risultato funzionale, che sia stabile e sicuro. Con l’occasione del Klimahouse
Wood Summit abbiamo raccolto alcune testimonianze di chi ha scelto di dare valore alle caratteristiche del legno e usarlo nei propri progetti: cresce sempre più il numero di architetti e ingegneri impegnati nell’impiego di questo materiale, che viene ritenuto innovativo, tra gli altri motivi, perché è flessibile agli usi, duttile e facilmente plasmabile nelle forme, caratteristica che lo rende adatto ad abbracciare la creatività nel dare vita a immobili dall’aspetto inconsueto. «Non
si tratta solo di valutare positivamente le caratteristiche del legno come risposta a obiettivi puramente ambientali – spiega Sandy Attia, co-fondatrice di Modus Architects con Matteo Scagnol -. Nei nostri progetti, l’inserimento di questo materiale ha sempre risposto anche a esigenze di tipo percettivo. Un edificio in legno è vivo, respira, suda e trasuda, cambia nel tempo il proprio aspetto. Come un vestito prezioso, nelle mani di uno stilista creativo, il legno assume forme anche inusuali e poi le modifica invecchiando, con il trascorrere degli anni, senza mai tradire la
originaria». qualità
Certo, alla volontà di uso del legno in edilizia va associata anche la competenza. Un edificio in legno è sempre un lavoro di squadra, che richiede diverse figure, non tutte formate in Italia. «Lavorare
in alto Adige – prosegue Sandy Attia – ha senz’altro influenzato la nostra scelta nell’uso di un materiale che è in linea con la tradizione costruttiva locale, apprezzandone però le potenzialità espresse dal nuovo approccio tecnologico. Come in una palestra, avendo una base solida di tecnici e ingegneri con profonda conoscenza del legno a portata di mano, ci siamo dedicati a dare forma a quella che è la parte più espressiva del legno stesso, scoprendo a poco a poco un materiale molto plastico, malleabile e capace di raggiungere livelli di
espressione». fortissima
Quello che è emerso nel pomeriggio di lavori è che in Italia, in molti casi, manca questa competenza capillare, o che comunque la conoscenza del materiale non è così approfondita. Rispetto ai paesi del Nord Europa, sul territorio nostrano, la nuova spinta che ha ricevuto il settore ha rischiato di causare la conversione di costruttori che seguivano le tecnologie “tradizionali” all’edilizia in legno, implicando un vuoto di saperi che potrebbe danneggiare il comparto. In questo senso, la pratica nel piccolo fa scuola: così, progetti di dimensioni contenute come le ormai diffuse Starbox realizzate da Officina82 rappresentano un’importante palestra in cui sviluppare quella familiarità con il materiale che va oltre le sue caratteristiche tecniche. Attraverso le lavorazioni dalle misure ridotte, i progettisti e gli artigiani sono spinti a concentrarsi sul dettaglio, a studiare ogni centimetro dei pannelli, dei sostegni e di tutte le modalità di ancoraggio. E da qui, prepararsi per i progetti che arriveranno, quelli sempre più grandi e impegnativi. Di fronte alla diffusione in crescita della costruzione in legno, infatti, anche la committenza comincia a dimostrare un interesse in incremento: allora il tema, oltre alla qualità e alla quantità dei cantieri, sarà anche la dimensione dei progetti. Imparare a piccoli passi dalle strutture più piccole contribuirà a creare un settore fatto di professionisti pronti e preparati.