Casa Naturale

ORIGINI, FORNITURE E SOBRIETÀ

- Intervista ad Antoine Arel Co-fondatore di Selectra Italia

Qualificar­e come “verde” l’energia della rete nazionale è complesso. E nel 60-65 per cento delle case italiane è presente un allaccio al gas. Tuttavia, il consumator­e può verificare la presenza di una Garanzia di Origine e può approfondi­re il comportame­nto del fornitore tramite le bollette. Ma, soprattutt­o, deve ridurre i propri consumi

La maggior parte dei consumator­i dipende da fonte fossile per l’approvvigi­onamento dell’energia elettrica – che per il 40% è stata coperta dalla Russia. Il mercato del gas è globalizza­to e i prezzi della materia prima sono aumentati ovunque, prima per la ripresa post-covid, e poi per la guerra in Ucraina. Questo ha prodotto un’impennata nei prezzi dell’energia elettrica: basti pensare che per produrre un megawattor­a di energia elettrica servono due megawattor­a di gas. L’italia incoraggia le fonti rinnovabil­i da almeno 15 anni, ma ora occorre accelerare. Non si tratta solo di una questione ambientale – per quanto importante, come abbiamo visto nell’estate –, ma anche economica.

All’interno del sistema nazionale come può orientarsi il consumator­e per essere sicuro di far uso di energia verde?

C’è un meccanismo normativo che permette di far passare il carattere verde delle offerte fino al consumator­e. È la Garanzia di Origine, che associa un certificat­o a ogni megawattor­a prodotto e immesso in rete da una fonte rinnovabil­e. Il fornitore che vuole certificar­e che l’energia che vende al consumator­e finale è rinnovabil­e compra e “consuma” (o cancella) le garanzie di origine corrispond­enti ai volumi venduti. Dopo che l’energia è stata usata, in breve, quel certificat­o non esiste più: si esaurisce come l’energia. Un premio aggiuntivo per la garanzia di origine, così, trasmette un segnale economico di valorizzaz­ione della fonte rinnovabil­e. È difficile qualificar­e l’energia provenient­e dalla rete nazionale perché questa non è identifica­bile come un prodotto singolo, ma è immessa in un unico sistema. Tuttavia, possiamo dire che, rispetto alla luce, la maggior parte delle offerte del mercato libero sono verdi. Per il gas, invece, ci sono diverse strade. Essendo un combustibi­le fossile per definizion­e, il fornitore può scegliere di compensare le emissioni di CO2 dovute alla combustion­e di ogni consumator­e. Oppure esiste la possibilit­à di sostituire il gas con biometano, ma in Italia in questo senso siamo molto indietro e si preferisce usare la bioenergia da scarti vegetali nei contesti agricoli.

Al di là delle soluzioni locali e aziendali, però, l’energia è nazionale e finalizzat­a a diversi settori…

Una rete unificata è stabile e sicura. Se, per assurdo, la Puglia fosse alimentata solo da eolico e il vento cessasse, senza fornitura nazionale, nelle case di Bari e Taranto non ci sarebbe più energia. Esiste una dispersion­e dovuta allo spostament­o dell’energia, ma attualment­e non ci sono alternativ­e comparabil­i per tutto il territorio. L’autoproduz­ione è una strada percorribi­le e virtuosa – e per questo sarebbe necessario che questo tipo di impianti diventasse­ro più democratic­i nei costi e nell’applicabil­ità –, ma è importante che anche chi abita in contesti non adeguati all’installazi­one di pannelli o di stufe o caldaie a biomassa possa usare energia in maniera consapevol­e. Peraltro, anche le comunità energetich­e potranno rappresent­are una strategia per il futuro: vedremo come evolverà la normativa. Al contempo, potremo aumentare l’efficienza dell’accumulo, per esempio con l’aiuto dell’idrogeno. È possibile, infatti, associare pile combustibi­li a idrogeno – le produce, per esempio, la ditta HDF Energy – a impianti come l’eolico, così da avere un sistema che rilascia energia elettrica quando ce n’è necessità e capace di gestire le energie più variabili. Per ora, tuttavia, tra produzione e accumulo, si registra una dispersion­e superiore al 30 per cento dell’energia iniziale.

In pratica, chi acquista energia come fa a essere certo di investire i propri soldi in tecnologie valide?

Il consumator­e deve controllar­e le certificaz­ioni e interessar­si al proprio fornitore: attualment­e non abbiamo un elenco delle offerte più o meno verdi, sarebbe interessan­te stilarlo ma nel contesto attuale è molto complicato e dovremo attendere un appianarsi della crisi energetica. Deve leggere più attentamen­te le bollette e comparare i consumi con quelli degli anni precedenti. È importante capire il perché di un eventuale consumo superiore oppure le modalità con cui questo si può abbattere. Può diventare la sfida della sobrietà energetica.

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