Riscaldare con l'idrogeno
Il recente Global Energy Perspective 2022, documento di previsione redatto da Mckinsey&company, rivela che al 2050 l'idrogeno soddisferà il 24% della domanda energetica del Vecchio Continente, con un risparmio di 560 megatonnellate di CO2. Ad oggi, in Italia, l'impiego reale è ancora legato al settore industriale. Ma le esperienze in arrivo dall’estero (Inghilterra, Germania, Giappone) dimostrano che l’idrogeno può essere impiegato anche in totale sostituzione del metano, come vettore per la trasformazione in energia elettrica tramite un secondo processo di elettrolisi o di ossidazione, poi collegato a pompe di calore, che moltiplicano l’efficienza della soluzione. La difficoltà da superare è l'assenza di centrali di produzione: gap al centro del progetto comunitario Repower EU che lavora sulle infrastrutture con l’obiettivo di arrivare a 20 milioni di tonnellate di H2 verde entro il 2030, aggiungendone 15 ai 5 previsti già nel Fit for 55. Dall’altro lato, crescono i progetti sperimentali a livello locale mentre, lato industria, avanza la ricerca per mettere a punto caldaie studiate per un’alimentazione mista metano e idrogeno o, addirittura, totalmente a idrogeno, con sistema di produzione autonomo annesso. Le sperimentazioni all’estero sono incoraggianti. Nel Regno Unito, il progetto “Hy Street” nella contea di Cumbria, in Scozia, rifornisce – tramite bombole – 300 abitazioni di Fife, collegate a un impianto d’elettrolisi alimentato dall’eolico. Molte case di produzione di caldaie sono, inoltre, in prima linea per la produzione di sistemi misti a cogenerazione, che mixano l’uso di gas naturale e idrogeno.
Per valutare l'inserimento di una caldaia a idrogeno, in ogni caso, bisogna tenere in conto che, proprio per il fatto che si tratta ancora di tecnologie d'avanguardia, i costi sono elevati: per riscaldare una casa da
170 metri quadrati, la spesa può arrivare fino a 10 mila euro.