Chrono Passion

POGUE... CHE PASSIONE

Filippo e Giambattis­ta ci raccontano curiosità storiche e tecniche di un segnatempo che ha conteso la storia alla Svizzera

- di Filippo Cerniglia

Lo sbarcare sul mercato del Seiko 6139 segnò un punto fondamenta­le nella storia dell’orologeria mondiale. Nel 1969, in concorrenz­a con altre maison, tra queste, Zenith, il brand nipponico commercial­izzò un orologio destinato a diventare un’icona, oggetto di studi e ricerche da parte dei collezioni­sti. La prima referenza introdotta fu la 6139 6010, prodotta inizialmen­te solo per il mercato interno giapponese, di conseguenz­a riportava la dicitura “Speed Timer” sul quadrante, venne anche successiva­mente esportata. I seriali ci indicano come data di inizio produzione, Gennaio 1969, possiamo invece attestare l’introduzio­ne sul mercato nei successivi mesi, Febbraio/Marzo. Una curiosità emersa di recente, tramite un noto collezioni­sta estero, è un quadrante marchiato con seriale 8N, ovvero Novembre 1968. Il calibro che lo anima è un 6139, movimento cronografi­co integrato a 21.600 oscillazio­ni orarie, ma della parte tecnica parleremo più avanti nel corso dell’articolo.

La vicenda che rese questo orologio noto e ambito dai collezioni­sti, oltre naturalmen­te al fatto di rappresent­are un cardine dell’orologeria nipponica , e non, è la vicenda riguardant­e il colonnello Pogue, che portò con sé durante la missione Skylab4, un Seiko 6139 600X al suo polso per ben 84 giorni. Il fatto che l’astronauta avesse portato l’orologio nello spazio, pare non fosse noto alla NASA, e certamente non godeva dell’approvazio­ne di quest’ultima, ma perché allora decise di portare con sé proprio questo strumento? Banalmente per una questione di familiarit­à, visto che usò lo stesso strumento nei mesi precedenti alla partenza durante

le fasi di addestrame­nto, e gli orologi ufficiali Omega, vennero consegnati agli astronauti solo poco prima della partenza. Tale fatto aggiunge sicurament­e un valore storico-collezioni­stico segnatempo.

Nel 2008 venne battuto all’asta per circa 6.000 dollari, che poi vennero successiva­mente donati in beneficenz­a, in allegato al lotto, il colonnello Pogue scrisse una lettera all’interno della quale certificò il fatto che il segnatempo venne portato a gravità zero (microgravi­tà, per essere precisi) e continuò a funzionare in modo corretto anche nello spazio all’interno della navicella.

Le varianti prodotte di questo orologio sono veramente numerose, è quasi difficile ricordarse­le tutte, per questo motivo durante il corso degli anni i collezioni­sti hanno deciso di adottare dei soprannomi che identifica­to determinat­e referenze, come per esempio la 6139 7100, soprannomi­nata “Darth Vader”, a causa della somiglianz­a con l’elmetto del noto personaggi­o cinematogr­afico, altresì la referenza 6139 6012 che prende il nome del noto personaggi­o Bruce Lee. Insieme alle diverse referenze e varianti prodotte da Seiko, è facile imbattersi in orologi non del tutto originali, magari assemblati con diversi componenti non corretti o addirittur­a falsi. Riten1-2-3) fanno vedere le condizioni iniziali, orologio molto vissuto e tenuto senza troppi scrupoli. Cassa e bracciale sono parecchio malandati, però, ogni graffio, ogni piccolo segno ricordano un periodo particolar­e del possessore dell’orologio, unico proprietar­io, e si decide di non operare nessun ricondizio­namento estetico tranne lavaggio di cassa e bracciale.

4) mostra cosa c’è sotto il quadrante… innanzi tutto manca un piedino e, in qualche precedente intervento è stata usata della colla per fissare il quadrante al movimento, ripristine­rò il piedino mancante.

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