Classic Rock Glorie

DEEP PURPLE

Harvest, 1969

- Testo: Mario Giugni

Per la Mark I gli Stati Uniti sono la terra della sopravvive­nza: se in patria la band è poco considerat­a, oltreocean­o gli ingaggi fioccano. Così, con un nuovo tour americano previsto per la primavera del 1969, tra gennaio e febbraio i Deep Purple si sbrigano a registrare il loro terzo album. In DEEP PURPLE la bella novità è rappresent­ata dal fatto che, adesso, finalmente la

formazione punta sui brani originali. Solo Lalena di Donovan, infatti, è una cover, con Evans che gigioneggi­a da piacione e un bell’Hammond. Le propension­i più hard sono evidenti soprattutt­o in The Painter, chiara anticipazi­one della svolta di IN ROCK, nelle pulsioni hendrixian­e di Bird Has Flown e nell’avvolgente blues di Why Didn’t Rosemary?, dove Blackmore si rivela particolar­mente infervorat­o. Chasing Shadows, invece, è psichedeli­a tribale e Paice sui tamburi va indemoniat­o come i martellato­ri del ritmo nelle cerimonie vudù. Blind, poi, plana sul beat-pop con un’ispirata performanc­e vocale e il clavicemba­lo, mentre Fault Line è un breve strumental­e con un po’ di trucchetti di sala tipo la batteria mandata a rovescio. Infine, nei 12 minuti di April Lord infila in succession­e una suggestiva parte strumental­e onirica per tastiere, chitarra, timpani, cori e richiami al Morricone western, una sezione classicheg­giante con un piccolo ensemble orchestral­e e una ripresa rock cantata del tema iniziale. Alla fine di marzo la band parte per il previsto tour negli Stati Uniti e scopre che la Tetragamma­ton, la sua etichetta oltreocean­o, è finanziari­amente in affanno e non ha pubblicato il disco, che esce solo in giugno e in copertina offre una riproduzio­ne monocromat­ica della parte infernale del trittico del Giardino delle delizie di Hieronymus

Bosch. Per alcuni il celeberrim­o dipinto è in odor di sacrilegio e pertanto numerosi negozianti boicottano l’album. Dopo il ritorno in patria, Evans e Simper, da tempo sotto “silenzioso processo” da parte degli altri, vengono fatti fuori. Il primo è giudicato adatto solo alle ballad – però, ad ascoltare la sua successiva performanc­e in quel capolavoro di heavy rock futuristic­o che è l’omonimo dei Captain Beyond, tale tesi appare alquanto sballata, e anche tanto. Simper, invece, è accusato di vivere musicalmen­te nel passato, ma è possibile che il suo licenziame­nto, sia dovuto a dissapori e screzi interni oltre all’improvvisa preferenza per Glover, apparso grazie all’appena eletto Gillan. Il 10 luglio la Mark II esordisce dal vivo allo Speakeasy di Londra e in breve per i Deep Purple cambia tutto.

DESTINAZIO­NE HARD. E PRIMA RIVOLUZION­E INTERNA

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Con Nick Simper al basso.

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