THE X FACTOR
(EMI – Ottobre 1995)
Al posto di Bruce arriva un cantante sempre heavy ma artisticamente molto distante, di nome Blaze Bayley. L’abbandono della ‘Air Raid Siren’ fu di per sé un boccone duro da far digerire a un’audience che a partire dai primi anni ’90 già stava sgretolandosi, ma sono altre le scelte che rendono THE X FACTOR un boccone così pesante da inghiottire. L’abbandono concomitante del produttore Martin Birch, sostituito da Nigel Green, ha poi il suo impatto su altri aspetti tra cui una registrazione che incupisce il sound delle chitarre e la scelta di un package insolitamente scuro, con un Eddie rappresentato eviscerato e lobotomizzato su un tavolo di metallo, peraltro in una brutta grafica computerizzata simil-realistica. Dove erano finiti gli Iron Maiden? In quell’anno se lo chiesero in molti e forse solo adesso dopo la reunion, constatato il rientro stabile di Bruce in formazione, si riesce ad analizzare l’album per quello che è, ovvero un onesto platter di heavy inglese, a volte un po’ lento, a volte un po’ oscuro, ma pregno di quella classe e quell’esperienza che di fatto da sempre caratterizzava il comparto compositivo degli Iron Maiden.