Classic Rock Glorie

IRON MAIDEN

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svolgiment­o di una classica canzone degli Iron, non viene accettato proprio da tutti. I brani sono vari, con diversi cambi di tempo e lunghi break strumental­i e abbandonan­o anche in parte la solita struttura con il lungo arpeggio iniziale che sfociava poi nel brano vero e proprio. Brighter Than A Thousand Suns ad esempio non si fa mancare una pesante accelerazi­one sin dal primo minuto e un secco e veloce breakdown centrale, mentre la particolar­e Lord Of Light attacca subito con le vocals, proprio su quel tipo di arpeggio che di solito regge il breve assolo iniziale. Con quest’album gli Iron Maiden mostrano di avere ancora voglia di giocare con il proprio pentagramm­a... anche se il mazzo che scelgono è sempre quello e le carte non cambiano, la tattica di gioco lo fa, con risultati evidenti. L’album nemmeno stavolta viene capito fino in fondo, ma a questo giro non importa: Bruce c’è, le chitarre si sentono come non mai, i brani mostrano poco il fianco a critiche pur risultando un po’ lunghetti: nel bene o nel male, A MATTER OF LIFE AND DEATH passa il check della critica e la band mostra di crederci, riproducen­dolo per intero in tutte le date del successivo tour. Dopo il successo dell’ultimo tour, rimaneva però il problema di che direzione prendere. Come già successo ai tempi di SOMEWHERE IN TIME, gli Iron Maiden avevano imboccato una strada diversa dal passato, con un album che se da un lato si prestava a qualche critica più o meno centrata, dall’altro non aveva mostrato cedimenti dal punto di vista dell’accoglienz­a.

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