KEVIN ELSON
A volte ritornano
Kevin è stato il produttore capace di innalzare gli Europe dal successo europeo al riconoscimento mondiale con “The Final Countdown”. Quando gli Europe
sono tornati assieme, nel 2004, lo hanno voluto per “Start from the Dark”.
«Abbiamo passato tanto tempo con Kevin» racconta Joey «è una persona fantastica e molto capace. Ci era stato consigliato dalla nostra casa discografica a New York. È venuto a Stoccolma e ci è piaciuto immediatamente: sentiva la sfida, sapeva che dovevamo diventare ancora più grandi. Sin dalle prove era chiaro che c’era una buona chimica. Eravamo molto ben preparati, lui ha tirato fuori delle grandi idee, era bravo a registrare ma anche a mixare; sapevamo di avere qualcosa di speciale per le mani e lui aveva un buon orecchio per le radio, sapeva che avevamo bisogno di modificare leggermente il nostro sound per poter passare alla grande… ci ha aiutato molto». «La prima volta che ho incontrato gli Europe» ricorda Kevin
« è stato a Stoccolma per una serata di beneficenza. Abbiamo parlato molto e ho illustrato loro le mie diverse idee: avevo sentito i loro demo e c’era molto materiale interessante. Mi sono piaciuti perché erano molto semplici ma al tempo stesso avevano una grande carica. Mi piaceva la direzione in cui andava il loro songwriting».
D: Quali sono stati i tuoi interventi? R: Dovevamo far sentire bene la loro melodia e adattare un prodotto fortemente europeo al mercato americano: seguire maggiormente le linee melodiche delle tastiere, tenere gli a-solo ma aumentare la parte sexy delle ritmiche, supportare le melodie con i cori. Quel disco aveva delle tastiere molto importanti: abbiamo sperimentato molto e passato molto tempo per farle funzionare nella maniera migliore e per integrarle col resto degli strumenti. Cercavo di ottenere una registrazione corale, per essere sicuro dell’amalgama finale. I ragazzi erano molto bravi anche se molto giovani. La parte più difficile è stata far coesistere tastiere con chitarre e farle risultare entrambe al meglio. L’energia arrivava molto dalla batteria.
D: E nel 2004 che è successo? R: Rimettendo assieme la band originale, forse volevano tornare a quella direzione che avevano lasciato dopo di me, quando i loro dischi sono diventati molto più orientati verso le chitarre. Forse mi hanno chiamato perché rappresentavo il successo o forse per il buon lavoro che abbiamo fatto assieme. Ci siamo divertiti molto: c’erano le stesse barzellette, gli stessi scherzi, loro erano sempre uguali, ma musicalmente erano molto maturati. Un sacco di divertimento in pochissimo tempo anche se non cazzeggiavamo molto, almeno non come la volta precedente. Erano più orientati verso un disco più pesante.
D: Musicalmente li preferivi allora? R: Li preferisco adesso, ma solo perché siamo tutti più vecchi e siamo più bluesy, i gusti cambiano.
D: Qual è il tuo miglior ricordo? R: Domanda difficile… forse vederli a Londra poco dopo l’uscita di “Countdown” e osservare il successo che avevo contribuito a creare.