Classic Rock Glorie

A VOLTE RITORNANO

Keti Olsen ricorda la lavorazion­e di “Pure Instinct

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Dopo il successo mondiale di “Crazy World”, Keith Olsen viene accantonat­o per Bruce Fairbairn, che produrrà “Face the Heat”. Verrà però richiamato nel 1996, per lavorare su “Pure Instinct”: «Con gli artisti capita spesso che quando hanno un disco di grande successo e se ne stanno in tour per due anni, suonando davanti a diciottomi­la persone che tutte le sere che gli accendono un mare di fiammelle (oggi ci sarebbero i telefoni cellulari) dicendogli che sono i più grandi, si convincano di esserlo e di non aver più bisogno di nessuno. Fai il conto: come possono sbagliarsi cinque milioni di persone? A quel punto, decidono di prodursi da soli. Ma quando l’album “Pure Instinct” venne respinto dalla East West, mi hanno chiesto di metterlo a posto: avevano fatto un sacco di errori concettual­i, sembravano vecchi e poco originali. Ci abbiamo lavorato molto.

E poi hanno portato a bordo Erwin Musper… che è stata la cosa più stupida che potessero fare. Io lavoravo con Attie Bauw… quindi alla fine c’erano diverse versioni di ogni canzone e, a un certo punto, ho dovuto alzare le mani e dire “fate quello che volete”. Poi hanno preso questo manager a seguirli che era il loro avvocato. Ha rotto il contratto con Doc McGhee, che era ed è un gran manager. Mollare uno così? Ma ti prego! Ti fa vendere dischi, sa come lavorare con la Ticket Masters, sa come farti fare i buoni concerti e farti guadagnare soldi. Sono contento che abbiano superato quegli errori e che oggi abbiano una carriera, ma avrebbero potuto essere molto meglio se non avessero fatto quelle cazzate».

Cosa fa, oggi, Keith Olsen?

«Ho in media un progetto rock all’anno e sto ultimando uno spettacolo che debutterà a Las Vegas il prossimo inverno, “Ciné in Concert”, che mi ha portato via un anno di tempo. È una specie di musical, ma senza parti cantate, solo strumenti e danza che celebrano le colonne sonore degli action movies: una grande rock band di trenta persone con archi, tastiere, chitarre, ottoni, percussion­i… pensa alla colonna sonora del film “Iron Man”, con quei ritmi incalzanti!».

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