Classic Rock Glorie

Steve Porcaro

Il tastierist­a originale dei Toto si racconta e svela la realizzazi­one di un sogno

- Intervista: Luca Fassina Foto: Darek Kawka

Ha suonato con gli Yes, con i Jefferson Airplane e con The Chris Squire Experiment. Ha composto le musiche di “Human Nature”, poi cantato da Michael Jackson nell’album Thriller, ha composto musiche per il cinema, per esempio per “Uno sbirro tuttofare” (1997) e “Top model per caso” (2001), e per la television­e, sua è la sigla e parte della colonna sonora della serie “Justified - L’uomo della legge” con Timothy Olyphant. Ha visto sua figlia esordire, con il suo aiuto, con il suo primo album e ha anche composto anche, assieme a Carlos Vega, Joseph Williams e Mike Porcaro, il brano, per la Champions League, “Young At Heart”. Cosa manca allora alla brillante carriera di Steve Porcaro? Ce l’ha svelato lui...

D: Qual è il primo ricordo legato alla musica nella tua vita?

R: A casa mia c’è sempre stata musica. Tanta musica classica, tanto jazz ma praticamen­te niente del sano e vecchio rock’n’roll...Un giorno, avrò avuto quattro anni, mio padre (Joseph ‘Joe’ Porcaro, batterista jazz e percussion­ista) si mise a suonare del blues su un’organo, non lo avevo mai sentito prima e mi stregò a tal punto che pretesi che mi insegnasse. Prima dei Beatles da noi non è passato Elvis, niente Buddy Holly ma ricordo Miles Davis, mio fratello

Jeff (primo batterista dei Toto, scomparso nel 1992) da giovane lo ascoltava tantissimo. Poi con l’arrivo dei Beatles è cambiato un po’ tutto, si sono spalancati i cancelli del rock e sono arrivati i Led Zeppelin, il rhythm and blues, Joe Cocker. Altri due momenti importanti nella mia vita artistica sono stati l’incontro con i Doors, dei quali ascoltavo in continuazi­one i dischi per copiarne gli assolo e il progressiv­e rock dei primi anni Settanta.

D: Cosa ricordi del periodo di “Toto IV”?

R: Tutto. Avevamo un problema, eravamo sull’orlo del baratro e c’erano molte tensioni nella band. Col senno di poi, erano tensioni positive, che ci hanno aiutato a dare tutto il meglio di noi stessi per uscire da un brutto momento. Abbiamo prodotto quel disco da soli, io ero impallinat­o dalla tecnologia, dai synth e ho finalmente potuto sperimenta­re cose che prima non potevo fare, per diverse ragioni. Oggi io scrivo molto meglio, allora ero tutto preso dalla mia esplorazio­ne ed ero ben felice di lasciare agli altri la composizio­ne. Avevamo un gran bel gruppo di creativi! Forse avrei dovuto impegnarmi maggiormen­te, prestare maggior attenzione... in quel periodo bruciavamo la candela da entrambe le parti, eravamo concentrat­i sulla carriera come degli ossessi.

D: È stato difficile uscire dall’ombra di “Toto IV”?

R: Direi di no: abbiamo lavorato a “Dune” per un anno, fatto scelte strategica­mente sbagliate per la nostra carriera, cambiato pesantemen­te la formazione... “Toto IV” è riuscito così perché tutto aveva trovato un bilanciame­nto perfetto, una perfetta miscela. Quando poi abbiamo iniziato il lavoro su “Isolation” gran parte di quella miscela speciale era sparita, erano cambiati gli ingredient­i...

D: Ma adesso i presuppost­i per ricreare la ricetta ci sono tutti...

R: Sì, non sai quanto sia vero. Ora che anche David è tornato, in studio si respira un’aria frizzante, un’energia unica, un feeling speciale. Per essere totalmente onesto e franco, non pensavo di poter ritrovare certe emozioni, dopo tanto tempo e invece eccoci qui, con un’energia rinnovata e un sacco di divertimen­to. Siamo ad un grande punto delle nostre vite musicali, facciamo cose che ci piacciono, siamo realizzati e sarete sorpresi del risultato.

D: Immagino che non ci potrai dire molto dei nuovi pezzi...

R: Qualcosa sì: abbiamo completato otto brani. Io ho scritto un pezzo che si intitola “The Little Things”. Poi c’è un brano che si intitola “China Town”... non sto già nella pelle, voglio vedere la reazione del pubblico a queste canzoni.

D: E adesso che succede? R: Finiamo il disco, poi Luke andrà in tour con Ringo (Ringo Starr e la All Starr Band 2014) io potrò dedicarmi un po’ al mio disco solista. È da un sacco di tempo che ci sto pensando e credo proprio che il momento sia arrivato. Tra i Toto e la mia attività di compositor­e di colonne sonore non ho mai troppo tempo, ma ormai non posso più aspettare: ci sono canzoni che risalgono a decine di anni fa e che sono arrivate al punto in cui esigono di essere incise, continuano a tornarmi in testa, sono un tormento!

D: È materiale che non va bene per i Toto?

R: Non è che non vada bene, solo che credo siano un po’ troppo ‘tastierece­ntriche’, delle ballate con un mid tempo che ritengo troppo soft. Non so ancora quando uscirà di preciso, ma questa volta non ci sono scuse, giuro che lo faccio.

«Con i Beatles è cambiato il mio mondo, si sono spalancati i cancelli del rock»

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