ADRIAN BELEW
Nel 1977 viene notato mentre suona in un club di Nashville da Frank Zappa, che lo invita nella sua band. Poi per Belew, nato nel 1949 a Covington nel Kentucky, ci sono David Bowie e i Talking Heads. Robert Fripp lo ha conosciuto nel 1978 e tre anni dopo gli propone di unirsi ai Discipline, di lì a poco King Crimson. E lo vuole anche come vocalist: per alcuni una gioia, per altri una disgrazia. Parallelamente Belew lavora in sala per altri artisti (Herbie Hancock, Ryūichi Sakamoto, Joe Cocker) e firma LONE RHINO. Sciolti i Crimson nel 2004, continua la sua attività di sideman (Laurie Anderson, Cyndi Lauper, Paul Simon, Mike Oldfield), è con i Bears e pubblica nuovi solo. Dieci anni dopo torna nella corte ma prosegue anche l’attività solista. “Continuerò in questa fusione di idee pop e d’avanguardia”, spiega nel 1994 al «Fender’s Frontline». “I King Crimson possono condurmi su molte strade in cui non potrei andare da solo, però mi piace realizzare i miei album: è divertente ed è un modo di presentarmi più personale”. Inoltre collabora con i Nine Inch Nails. Nei 2000 altre sue avventure sono i quattro volumi di SIDE, E, POP-SIDED e ELEVATOR, i Crimson ProjeKCt, l’Adrian Belew Power Trio, la app Flux e i Gizmodrome. Niente più King Crimson però, perché nel 2013 via mail Fripp lo informa di non ritenerlo adatto alla band che sta ricostruendo. Di mezzo, a quanto pare, ci sono la sua contrarietà all’idea di un’attività solo live con materiale prevalentemente anni Settanta così come il suo ego di showman, svilito dalla presenza dei tre batteristi nella front line del palco. E c’è la mai domata pretesa di una co-leadership a discapito degli altri del gruppo, che vuole siano considerati dei sidemen anche dal punto di vista economico. Fripp, al contrario, si ritiene la “colla” di un’équipe al servizio della musica e per i profitti insiste che siano uguali per tutti. Nel 2017 definisce Belew il “nono uomo” della line-up, ovvero un componente dormiente, ma tra i due tuttora c’è il gelo. MG