THE SAINTS - RADIO BIRDMAN SEMPRE NEGATO ANCHE SE HANNO IL PUNK, I OGNI RELAZIONE CON RADIO BIRDMAN SONO STATI PUNK SENZA SAPERLO
SYDNEY’S BURNING
Mentre i Saints provavano a infiammare Brisbane, i Radio Birdman facevano altrettanto in quel di Sydney. Il gruppo nacque sul finire del 1974 dal contemporaneo scioglimento di due formazioni mai arrivate all’incisione discografica, i TV Jones del chitarrista Deniz Tek e i Rats di Rob Younger (voce), Carl Rourke (basso) e Ron Keeley (batteria). Il nome venne rubato a una strofa di 1970 degli Stooges, mentre l’organico raggiunse il suo assetto definitivo nell’arco di un anno: dapprima con la sostituzione di Rourke con Warwick Gilbert, già alla sei corde nei Rats, e quindi con l’arrivo del secondo chitarrista Chris Masuak. Prima di stabilizzare la line-up, la band aveva comunque iniziato a costruirsi un certo seguito a livello cittadino, strappando anche un ingaggio continuativo all’Oxford Tavern di Darlinghurst grazie all’involontaria collaborazione di Lou Reed. Omaggiato di una T-shirt al termine di una conferenza-stampa, l’ex leader dei Velvet Underground aveva promesso di assistere a un eventuale concerto che l’ensemble avesse tenuto durante la sua permanenza a Sydney; l’illustre ospite non si fece vedere, ma il manager del club – che aveva offerto ospitalità per ovvie ragioni pubblicitarie – fu talmente colpito dallo show da assumere i Birdman come attrazione fissa per le serate di venerdì e sabato. Da qui in avanti, la carriera della band fu rapida e inarrestabile: i primi articoli, la vittoria in una rassegna “punk” promossa dalla rivista «RAM», numerosi live e quindi l’approdo a quei Trafalgar Studios che sponsorizzarono Burn My Eye, 7”Ep d’esordio registrato nel 1976 ma immesso sul mercato nel febbraio 1977, un paio di mesi dopo (I’m) Stranded dei Saints. Pur nella sua relativa approssimazione, l’Ep testimoniò perfettamente dell’irruenza e della sanguigna espressività del quintetto, messe al servizio di un sound di scuola Detroit – dopo l’uscita, Tek ritornò addirittura per qualche
tempo nella natia Ann Arbor per ottenere la “benedizione” dei suoi vecchi eroi Ron Asheton e Fred “Sonic” Smith, e per un pelo non vi (ri)mise radici – ma caratterizzato da un impatto di chiara matrice punk; e anche se Younger e compagni hanno sempre negato qualsiasi relazione con il “movimento”, rivendicando la propria superiore statura musicale, è innegabile come il loro approccio ribelle e iconoclasta, il loro recupero di certe radici rock’n’roll e persino alcuni aspetti del loro look – per non parlare delle solite, assurde accuse di nazismo, causate dai riferimenti militari presenti nell’abbigliamento di scena, nella grafica e nei nomi impartiti ai tour – presentassero evidenti analogie con quanto andava contemporaneamente sviluppandosi negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Punk senza saperlo e prima che esso venisse riconosciuto come categoria, insomma, alla pari dei cugini Saints; e senz’altro punk per forza deflagrante e propulsiva, specie considerando come dal 1976 al 1978, almeno nell’Australia del rock, quasi chiunque abbia imbracciato una chitarra, fondato un’etichetta o allestito una sala di incisione l’ha fatto perché travolto dal ciclone Radio Birdman.
IL VOLO E LO SCHIANTO
Smith And Wesson Blues, Snake, 1-94 e Burned My Eye, gli episodi dell’Ep, costituirono ghiotta anticipazione dell’album RADIOS APPEAR, pubblicato dalla Trafalgar nel luglio 1977 e ristampato dalla WEA locale non appena esaurite le tremila copie della prima tiratura: dieci canzoni memorabili, dalla cover di T.V. Eye degli Stooges alla programmatica New Race passando per altre gemme di energia e calore quali Murder City Nights, Descent Into The Maelstrom, Love Kills e Hand
Of Love. Le dieci canzoni di cui sopra diventarono poi dodici – con l’esclusione di T.V. Eye, Monday Morning Gunk e Love Kills, sostituite da What Gives, Non-Stop Girls, Aloha Steve And Danno, Hit ’Em Again (firmata Tek/Asheton) e un travolgente rifacimento di You’re Gonna Miss Me dei 13th Floor Elevators – nell’edizione di RADIOS APPEAR confezionata dalla Sire per i mercati americano ed europeo grazie al boss Seymour Stein, recatosi in Australia per i Saints ma rimasto folgorato dai Birdman al punto di non poter fare a meno di offrire loro un contratto; tra le due stampe, una serie di torride esibizioni in patria – un formidabile documento è LIVE AT PADDINGTON TOWN HALL 12TH DECEMBER 1977 (Citadel 2014) – e un lungo tour in UK, Francia, Belgio e Olanda (con alcune date assieme ai Flamin’ Groovies) che si concluse nel giugno 1978 con una clamorosa performance alla Oxford University. Questa fu l’ultima dell’ensemble, che per insanabili crisi interne aveva già stabilito di porre fine alla sua gloriosa avventura. Il secondo Lp LIVING EYES, registrato in Galles un paio di mesi prima con la produzione di Deniz Tek, vide la luce per la WEA australiana solo nel 1981, proponendo il sestetto – il tastierista Pip Hoyle, già con Tek nei TV Jones, era membro stabile dalla metà del 1977 – in una veste più raffinata ma non meno convincente che in passato e alimentando non pochi rimpianti grazie alla bellezza di brani quali
More Fun, Crying Sun, Breaks My Heart e Alone In The Endzone. Dopo la burrascosa dissoluzione, nessuno dei membri dei Radio Birdman ha appeso il suo strumento al chiodo. Tutti, anzi, hanno proseguito l’attività di musicisti, operando in formazioni a volte effimere ma pressoché sempre eccellenti: un imponente albero genealogico dai rami intrecciati che, a partire dal 1996, ha compreso anche varie
reunion, sempre con un numero consistente di membri originali e in un caso testimoniata addirittura da un album di studio con nuove canzoni (ZENO BEACH, Crying Sun 2006). La bontà dei tanti percorsi intrapresi soprattutto da Younger, Tek e Masuak, uniti all’ assenza presenza della band-madre e alla coerenza del sound proposto, hanno contribuito in modo determinante ad alimentare, decennio dopo decennio, la leggenda dei Radio Birdman, che appare nel complesso più solida di quella dei connazionali Saints. Dettagli, comunque, perché tanto (I’M) STRANDED ed ETERNALLY YOURS quanto RADIOS APPEAR e LIVING EYES sono monumenti che sarebbe arduo – e sterile – provare a ordinare in una scala di valori.