With a little help from my boss
John nasce in Inghilterra nel 1944, vicino a Sheffield; suo padre, in servizio per la RAF, riuscirà ad abbracciarlo solo diversi mesi dopo. Il bimbo cresce circondato dall’affetto della sua famiglia e dalle rovine post belliche. La strada diventa il suo parco giochi, da lì impara tutto quello che deve sapere della vita e della sopravvivenza in un branco. È così che John diventa Joe. Suo fratello, anche per toglierlo dalla strada, lo sprona a cantare di più, tanto da farlo salire su un palco lo stesso giorno in cui Joe compie dodici anni. Un successo! Nessuno avrebbe mai immaginato che un ragazzino così magro e impacciato potesse avere una voce così graffiante e matura, tantomeno Joe che mette su una band. Ma presto Joe deve confrontarsi con la realtà: c’è bisogno di soldi in famiglia e lui, che non vuole pesare più di tanto sui suoi genitori, abbandona la scuola e la musica per mettersi a lavorare. Un suo vecchio compagno di giochi è stato assunto alla
Est Midlands Gas Board e lo convince a fare domanda di assunzione; si tratta di lavoro manuale, ma è ben pagato. Dopo qualche mese, Joe ha già imparato il mestiere. Ma la musica gli manca, e non perde occasione di intrattenere i suoi colleghi, cantando a feste, matrimoni e nelle pause per il pranzo. Proprio durante uno di questi intervalli, Joe viene convocato dal direttore, un ometto piccolo e con la faccia segnata da troppo lavoro e troppi cherry. Senza troppi convenevoli, il direttore gli porge la lettera di licenziamento, accompagnata da una busta con cinquanta sterline in contanti: “Joe Cocker, ragazzo mio, ci sono due modi di fare soldi di questi tempi, fare l’idraulico o fare l’artista. Vattene via prima di rinunciare ai tuoi sogni, anche perché come idraulico non sei granché. Considera questo licenziamento un piccolo aiuto da parte di un amico”. Proprio da quel profetico little help from his friends, Joe potrà riappropriarsi della sua vera vita.