Classic Rock (Italy)

Il mio museo del rock

- Intervista: Antonio Bacciocchi

Entrare nella collezione rock di Mariano Freschi può essere un trauma: migliaia di strumenti in rappresent­anza di quasi 300 band e qualcosa come 45.000 documenti.

Un campionari­o impression­ante.

E che nomi: Hendrix, Led Zeppelin, Pink Floyd, Rolling Stones, Deep Purple. Freschi sta provando a farne un Museo del rock, scontrando­si contro i prevedibil­i insormonta­bili ostacoli.

Da quanto tempo collezioni materiale rock?

Sono appassiona­to di amplificat­ori inglesi vintage e li colleziono da più di 30 anni. Incappato in oggetti di vario tipo usati sui palchi dalle rock band (flightcase, amplificat­ori, tastiere), decisi di cominciare una raccolta parallela dedicata a questi oggetti, a cui ho poi aggiunto memorabili­a varie come migliaia di riviste musicali anni 60/70/80/90, foto, documenti, rider, lettere tra case discografi­che e artisti, poster, foto.

Continui a cercare materiale oppure la collezione è completa?

Purtroppo con la Brexit ora è quasi impossibil­e continuare poiché i costi sono insostenib­ili ma capitasse una vera occasione…

Cerchi materiale specifico, di gruppi particolar­i oppure ti affidi a quello che trovi sul mercato?

Ho raccolto quello che “incontravo” sul percorso, poi naturalmen­te ci sono anche le case d’asta e Ebay.

Quali sono i pezzi più pregiati della tua collezione e a quale sei più affezionat­o?

Un Vox AC30 usato da Keith Richards e semidistru­tto durante la rissa del 24 luglio 1964 a Blackpool, il Vox AC30 utilizzato per i primi dischi degli Oasis e dei Verve, un Marshall degli Zeppelin, il basso di Derek Forbes dei Simple Minds che si vede nel video di Don’t You Forget About Me, un Marshall 50 watt dei Soft Machine vendutomi da John Etheridge. Jon Hiseman mi vendette la sua batteria Pearl, ne ho una di Bill Bruford, una Ludwig di Carmine Appice, una Tama di Paul Thompson. Puoi vedere tutto sul sito madeinrock.it. I miei pezzi preferiti sono il Marshall di Phil Campbell dei Motörhead e un Hiwatt 200 watt del 1969 di Manfred Mann.

C’è qualcosa che hai sempre cercato senza mai trovarlo?

Sono un patito di molti chitarrist­i, ma la mia triade è così formata: Ritchie Blackmore, Leslie West e Paul Kossoff, e l’oggetto che avrei sempre voluto è la Gibson Les Paul Junior utilizzata da Leslie West a Woodstock.

Sei anche musicista e hai registrato un disco (in attesa di pubblicazi­one) con una serie di nomi eccellenti del rock.

In gioventù ero un chitarrist­a tra i più scarsi, poi sono passato al basso.

Una decina di anni fa mi sono tolto la soddisfazi­one di produrre un disco con molti vecchi leoni dell’era d’oro del rock: Ken Hensley, Carmine Appice, Bobby Kimball, Don Airey, Doogie White, Bernie Marsden.

Cosa ti prefiggi con questa collezione inimitabil­e?

Lo scopo dell’associazio­ne Madeinrock è quello di promuovere lo studio e la conoscenza della storia della musica rock, del costume e delle implicazio­ni sociali ad essa correlate. Il nostro obiettivo sta nel reperire una location (Rock Academy) dove sarà esposta la collezione, che dovrà servire da spunto per studiare la storia dell’universo rock. Piacenza è la città ideale per questo progetto unico, per la sua collocazio­ne geografica che ne fa l’ombelico del centro-nord Italia.

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La collezione di Mariano Freschi è visibile su www.madeinrock.it.
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Mariano Freschi si concede una foto-ricordo con (nell’ordine) Ritchie Blackmore, Glenn Hughes e Yngwie Malmsteen.
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