Bjørn Riis
Everything To Everyone
In giro da ormai una quindicina di anni, i norvegesi Airbag hanno quasi una mezza dozzina di album alle spalle ma Bjørn Riis, il loro chitarrista, fondatore e compositore, li tallona alle spalle e in questi giorni, dopo l’ottima accoglienza ricevuta, in particolare, dal precedente A STORM IS COMING, pubblica il quarto sforzo solistico. Ascoltandolo, si desume che molta della dipendenza dai Pink Floyd della band madre arriva proprio da lui, e questo non dispiacerà certamente a chi si sente orfano di certe sonorità, soprattutto di una chitarra liquida e sognante, a tratti spudoratamente gilmouriana. I Floyd li troviamo anche nella struttura armonica di alcuni brani, in particolare in Lay Me Down, dove la batteria è lenta e cadenzata, i colpi di basso vengono scanditi e ogni tanto arrivano pure accordi spezzati di piano elettrico, in un viaggio sonoro reso unitario da stacchi e il riff insistente che torna ciclicamente nell’arco dei 12 minuti di durata. Quello che è completamente diverso è la voce: non ci sono né l’asprezza di Waters né la forza melodica di Gilmour, il canto è quasi sempre sommesso e in punta di piedi, un po’ sullo stile di Tim Bowness (integrato, in un paio di occasioni, da una bella voce femminile), e questa è una delle caratteristiche che rende Riis più originale, insieme alla componente elettronica che affiora qua e là e alla frequente alternanza di atmosfere (si passa in un attimo dalle sfuriate hard ai momenti riflessivi, e viceversa). Un lavoro pregevole che piacerà anche ai fan di Porcupine Tree, The Pineapple Thief e Nosound.