L’area paraippocampale destra, il lobo limbico e la corteccia cingolata destra
Negli anni 90 ero uno dei più grandi collezionisti di bootleg dei Beatles, ne avevo rintracciati più di cinquecento. Pensai di farne un libro e iniziai ad accumulare documentazione sui bootleg che mi mancavano. Tanto ero bravo a far scrivere gli altri, tanto non riuscivo mai a trovare il tempo di scrivere io stesso e anche in quel caso il libro non vide mai la luce. Fu promosso in libreria, esiste la copertina e fu persino annunciato su «Panorama» da Marco Giovannini. Ma non riuscii a completarlo. In quel periodo di full immersion nella discografia dei Beatles, ho avuto una allucinazione musicale durante un sogno. Ero in auto con i Beatles, ero seduto davanti accanto a Paul che guidava e dietro c’erano gli altri. L’autoradio era accesa e trasmetteva canzoni dei Beatles dall’album WITH THE BEATLES uscito nel novembre del 1963. I Beatles commentavano l’ascolto radiofonico ed erano euforici. A un certo punto inizia un brano che non riconosco, una canzone dei Beatles mai ascoltata prima, in perfetto stile come le precedenti. Mi aggrappo al braccio di Paul e urlo: “Ma questa è inedita! Dove l’avete pubblicata!”. Ma loro non mi si filano per niente e continuano a chiacchierare tra loro, come se non ci fossi. Ma io quel brano l’ho sentito per intero, era una canzone dei Beatles databile 1963 che non esiste, e vi assicuro che era bella come le altre! Al risveglio non ricordavo la melodia. Le allucinazioni musicali durante il sogno vengono studiate dai neuroscienziati fin dal 1700. Paul McCartney riferisce con dovizia di dettagli al produttore Rick Rubin (nel documentario McCartney 3, 2, 1 su Disney Channel) che la sua canzone Yesterday nasce come allucinazione musicale durante un sogno che lui ha fortunatamente ricordato al risveglio. È certo che rispetto a qualsiasi altra attività, la musica fa ricorso a numerose aree cerebrali che concorrono alla percezione musicale, alla composizione musicale e alla produzione di allucinazioni musicali spontanee, l’area paraippocampale destra, il lobo limbico e la corteccia cingolata destra. È come dire che se un soggetto s’immerge nell’ascolto e nello studio di tutti i Quartetti di Mozart il suo cervello acquisisce dati sufficienti per creare un nuovo Quartetto di Mozart, un Quartetto inedito di Mozart! Negli ultimi decenni sono usciti ulteriori e numerosi studi sulla musica e il cervello e tutti vanno nella stessa direzione: siamo tutti dei potenziali grandi musicisti! Ho fatto appello alle neuroscienze perché non mi stancherò mai di ripetere che, oggi più di ieri, è possibile trovare tanta nuova buona musica e tanti nuovi bravi musicisti. Piantiamola di esaltare gli anni 60 e 70 del secolo scorso come “la culla della civiltà musicale”, il “ventennio irripetibile”, i Beatles, i Rolling Stones e tutti gli altri sono emersi perché era appena nata una industria discografica ricchissima che era per questo in grado di evidenziarli. Oggi quell’economia ricca non esiste più e la discografia attuale gestisce ancora e soltanto quei vecchi cataloghi. Ma nel mare magnum dell’autoproduzione è possibile rintracciare altrettanto talento. Ed ora che la pandemia ci ha concesso una tregua ecco due indicazioni emotivamente imprescindibili, alla luce di quanto abbiamo scritto: domenica 29 maggio al Riverside di viale Gottardo a Roma alle 21 andiamo tutti al concerto di Francesco Luz, e martedì 21 giugno a Milano allo stadio di San Siro non perdetevi il concerto dei Rolling Stones.