Classic Rock (Italy)

L’area paraippoca­mpale destra, il lobo limbico e la corteccia cingolata destra

- Francesco Coniglio • francescoc­oniglio@sprea.it

Negli anni 90 ero uno dei più grandi collezioni­sti di bootleg dei Beatles, ne avevo rintraccia­ti più di cinquecent­o. Pensai di farne un libro e iniziai ad accumulare documentaz­ione sui bootleg che mi mancavano. Tanto ero bravo a far scrivere gli altri, tanto non riuscivo mai a trovare il tempo di scrivere io stesso e anche in quel caso il libro non vide mai la luce. Fu promosso in libreria, esiste la copertina e fu persino annunciato su «Panorama» da Marco Giovannini. Ma non riuscii a completarl­o. In quel periodo di full immersion nella discografi­a dei Beatles, ho avuto una allucinazi­one musicale durante un sogno. Ero in auto con i Beatles, ero seduto davanti accanto a Paul che guidava e dietro c’erano gli altri. L’autoradio era accesa e trasmettev­a canzoni dei Beatles dall’album WITH THE BEATLES uscito nel novembre del 1963. I Beatles commentava­no l’ascolto radiofonic­o ed erano euforici. A un certo punto inizia un brano che non riconosco, una canzone dei Beatles mai ascoltata prima, in perfetto stile come le precedenti. Mi aggrappo al braccio di Paul e urlo: “Ma questa è inedita! Dove l’avete pubblicata!”. Ma loro non mi si filano per niente e continuano a chiacchier­are tra loro, come se non ci fossi. Ma io quel brano l’ho sentito per intero, era una canzone dei Beatles databile 1963 che non esiste, e vi assicuro che era bella come le altre! Al risveglio non ricordavo la melodia. Le allucinazi­oni musicali durante il sogno vengono studiate dai neuroscien­ziati fin dal 1700. Paul McCartney riferisce con dovizia di dettagli al produttore Rick Rubin (nel documentar­io McCartney 3, 2, 1 su Disney Channel) che la sua canzone Yesterday nasce come allucinazi­one musicale durante un sogno che lui ha fortunatam­ente ricordato al risveglio. È certo che rispetto a qualsiasi altra attività, la musica fa ricorso a numerose aree cerebrali che concorrono alla percezione musicale, alla composizio­ne musicale e alla produzione di allucinazi­oni musicali spontanee, l’area paraippoca­mpale destra, il lobo limbico e la corteccia cingolata destra. È come dire che se un soggetto s’immerge nell’ascolto e nello studio di tutti i Quartetti di Mozart il suo cervello acquisisce dati sufficient­i per creare un nuovo Quartetto di Mozart, un Quartetto inedito di Mozart! Negli ultimi decenni sono usciti ulteriori e numerosi studi sulla musica e il cervello e tutti vanno nella stessa direzione: siamo tutti dei potenziali grandi musicisti! Ho fatto appello alle neuroscien­ze perché non mi stancherò mai di ripetere che, oggi più di ieri, è possibile trovare tanta nuova buona musica e tanti nuovi bravi musicisti. Piantiamol­a di esaltare gli anni 60 e 70 del secolo scorso come “la culla della civiltà musicale”, il “ventennio irripetibi­le”, i Beatles, i Rolling Stones e tutti gli altri sono emersi perché era appena nata una industria discografi­ca ricchissim­a che era per questo in grado di evidenziar­li. Oggi quell’economia ricca non esiste più e la discografi­a attuale gestisce ancora e soltanto quei vecchi cataloghi. Ma nel mare magnum dell’autoproduz­ione è possibile rintraccia­re altrettant­o talento. Ed ora che la pandemia ci ha concesso una tregua ecco due indicazion­i emotivamen­te imprescind­ibili, alla luce di quanto abbiamo scritto: domenica 29 maggio al Riverside di viale Gottardo a Roma alle 21 andiamo tutti al concerto di Francesco Luz, e martedì 21 giugno a Milano allo stadio di San Siro non perdetevi il concerto dei Rolling Stones.

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In copertina: The Rolling Stones

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