Classic Rock (Italy)

La casa interiore

Nuovamente affiancato da Jerry Harrison, Jonathan Richman imbarca un altro ex Modern Lovers e tenta nuove strade.

- Intervista: Jacopo Benci

Diciottesi­mo album di Jonathan Richman dopo SA del 2018, WANT TO VISIT MY INNER HOUSE? è anch’esso coprodotto con Jerry Harrison (ex Modern Lovers prima che ex Talking Heads) e suonato con Tommy Larkins (percussion­i), Nicole Montalbano (tamboura), Jerry Harrison (tastiere) e un altro ex Modern Lovers, Ned Claflin. È un periodo fecondo per Jonathan: all’album bisogna aggiungere Just A Spark, On Journey From The Dark, raccolta dei podcast realizzati da Jonathan per Bandcamp nel 2020, e un Ep recentissi­mo, Cold Pizza & Other Hot Stuff.

Cosa ti ha spinto a usare più strumenti in alcuni pezzi del tuo nuovo album, e a coinvolger­e vecchi amici come Jerry Harrison e Ned Claflin?

Mentre registravo il mio penultimo album SA, in uno studio a Oakland, avevo pensato che ci sarebbe stato bene il mellotron suonato da Jerry Harrison. Abbiamo lavorato insieme anche per questo disco. Nicole Montalbano al tamboura e Jerry creano un “drone” nella musica. Quanto a Ned, quella settimana era capitato per caso in città!

Non ho detto a Jerry che tastiere usare; volevo vedere dove avrebbe portato le canzoni, come le avrebbe cambiate. Quindi, molti degli effetti che lui e Nicole hanno creato mi hanno sorpreso. I pezzi sono usciti molto diversi da come pensavo.

A volte usi più lingue nello stesso pezzo, inglese e spagnolo (Me And Her And The Beach), inglese e italiano (This Kind Of Weather Is For Me e Sento, Sento)… Lo fai per il suono delle parole, o perché i testi esprimono cose diverse se cantati in altre lingue?

Con lingue diverse cambiano sia il suono che le emozioni, non ti pare?

A quali atmosfere miri quando usi stili come latin beat (Shameless, Shameless) o doo wop (Distant Are The Stars)?

Il Frank Zappa Guitar Book conteneva un pezzo che utilizzava la “Carlos Santana Secret Chord Progressio­n”. Non so quanto fosse “segreta”, ma si adattava alla cadenza di quella nuova canzone. Distant Are The Stars m’è sempliceme­nte uscita di bocca doo wop. Non ci avevo proprio pensato su.

Come sei arrivato all’atmosfera ipnotica e onirica di Want To Visit My Inner House?

Abbiamo suonato quel pezzo in studio una dozzina di volte o più nell’arco di settimane, e ogni volta l’atmosfera era

leggerment­e diversa. Ecco perché l’ho messa nell’album due volte: perché una versione affronta il tema in modo leggerment­e diverso rispetto all’altra. Avevi sentito la versione con solo me alla chitarra e Nicole Montalbano al tamboura di alcuni mesi prima? Sta in uno dei primi episodi di Just A Spark, On Journey From The Dark. Diversa, ancora una volta!

 ?? ??
 ?? ?? Jonathan Richman on stage con Tommy Larkins.
Jonathan Richman on stage con Tommy Larkins.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy