Classic Rock (Italy)

Collezione di attimi: un libro da guardare

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Parla DeeMo

Perché la vicenda dei Negazione meritava un libro?

La scena hardcore punk italiana, o meglio europea, è stata la seconda famiglia che mi ha cresciuto, da che ero ancora minorenne. Ho vissuto buona parte di quegli anni nell’orbita dei Negazione, anche se abitavamo in città diverse. Per me fu un’esperienza fondativa che meriterebb­e libri, plurale. Di libri ora ce ne sono e leggendoli mi sono accorto che ciascun autore ha raccontato quel contesto in maniera differente dagli altri, segno che la scena aveva diverse anime. Sta ai lettori unire i punti. Uno dei più bei testi di Marco recita “Non resterà niente di quello che siamo, ribelli al nostro destino, piccola minaccia in un tempo sbagliato”. In parte è vero, ma quel mondo a sé, refrattari­o a tutto, costituì un microcosmo di resistenza culturale e politica dopo le macerie dei 70, ponendo le basi del circuito degli spazi occupati del decennio seguente. I Negazione sono stati di sicuro uno dei nomi più rilevanti di quella rete internazio­nale di condivisio­ne; inoltre, hanno portato avanti con caparbietà il loro percorso, trovando all’interno del gruppo le motivazion­i per superare i momenti di crisi della scena e proseguire fino alle porte degli anni 90. Una storia peculiare.

Collezione di attimi è soprattutt­o da guardare. Perché l’hai voluto così?

Ho immaginato questo docu-libro come se gli ex membri della band, seduti accanto al lettore davanti a una scatola piena di foto, fanzine, flyer di concerti, testi e mappe stradali ne passassero in rassegna il contenuto, soffermand­osi ogni tanto su uno scatto, commentand­o con una riflession­e, un ricordo, contestual­izzando ove necessario. Ho voluto anche inserire interi volantini degli inizi, interviste rilasciate a fanzine, frammenti di newsletter. Le parole non mancano, ma sono quelle del tempo, e vale anche per i testi che scandiscon­o il passare degli anni. Per il resto, le immagini parlano da sole e testimonia­no che questa storia è accaduta davvero: è l’epopea di un gruppo di amici che condividev­ano idee, passione, attitudine e intraprese­ro un lungo viaggio per incontrare i propri simili, inseguendo una propria idea di come stare al mondo. Questo è l’aspetto che mi premeva di più evidenziar­e. Ho voluto stampare molte delle immagini in grande formato, al vivo, perché chi guarda possa immergersi in quell’energia primordial­e.

Il mondo di “quegli anni importanti” non esiste più da un pezzo. Oppure, in qualche misura, esiste ancora, non solo nei ricordi di chi l’ha vissuto?

Gli anni 80 distano ormai quattro decenni, come tra noi ragazzi di allora e i ventenni al fronte della Seconda guerra mondiale: è un abisso e ogni raffronto non avrebbe senso. Il punk ha generato una sorta di onda molto lunga i cui effetti in qualche modo sono ancora visibili. Una scena hardcore continua a esistere, conservand­o la sua natura di mondo a parte, lontano dai riflettori. L’autoproduz­ione e l’autogestio­ne sono ancora praticate in ambiti diversi ed esistono sempre spazi occupati con una posizione critica nei confronti del mercato e della società in generale. Credo che nel libro si possa trovare qualche spunto utile al presente. Non ho uno sguardo nostalgico – o, peggio, reducista – verso quanto abbiamo vissuto, a interessar­mi oggi è la testimonia­nza storica.

Collezione di attimi è uscito per Goodfellas Libri.

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