Classic Rock (Italy)

Latvia rocks

- Intervista: Luca Fassina

I lettoni Bloody Heels tornano alla carica, ma cambiano formula. Sognando di suonare con…

Quando hanno iniziato, negli Stati Baltici c’erano parecchie band metal, folk, black, anche se non molti facevano rock. Si sentiva parecchio l’influenza delle band scandinave, ma il giovane Valts, in arte Vicky White, aveva le idee ben chiare.

Chi ti ha ispirato?

Sicurament­e Jon Bon Jovi, è uno che è bravo in tutto, dalla musica alla gestione degli affari. Sono cresciuto in una famiglia con molti musicisti, ne ho fatto indigestio­ne, tanto che a dodici anni non volevo più saperne. Quando con la pubertà ho cambiato la voce, ho visto che cantando piacevo di più alle ragazze. È stata una buona scusa per tornare a fare musica che mi piaceva.

Cosa è cambiato da IGNITE THE SKY?

È uscito nell’estate del 2020; abbiamo fatto alcune date, ma quando è arrivata la seconda ondata di Covid abbiamo dovuto fermare tutto, così ci siamo dedicati alla scrittura. Prima componevam­o tutto assieme, ma con il problema del lockdown e del coprifuoco sarebbe stato difficile farlo, specialmen­te per Gunn, che vive a due ore di macchina da noi. Così io e Harry abbiamo scritto quasi tutto. Non volevamo allontanar­e gli altri dal processo creativo, ma in questo modo è stato molto più veloce.

Ma Gunn e Gus erano d’accordo?

Ci sono state delle tensioni e qualche litigata, ma dovevamo rispettare la scadenza, alla fine hanno capito che questo disco doveva andare così: qualcuno doveva prendere le redini, avevamo una visione, sapevamo come doveva suonare… non siamo più bambini, non siamo la band che eravamo dieci anni fa. A quell’epoca, ci saremmo menati di brutto.

Come definirest­i ROTTEN ROMANCE?

È un disco più realista e anche un po’ depresso, forse per il periodo in cui è stato scritto, ma musicalmen­te stiamo andando nella direzione giusta. La Frontiers ci ha lasciati molto liberi di fare quello che volevamo, anche per la produzione, che abbiamo seguito assieme a due ingegneri coi quali lavoriamo da sempre: Ja˘nis Narbuts, il fratello di Gunn, e Ka˘rlis Šteinmanis, l’ingegnere del suo gruppo thrash Relicseed. Ci sono parecchi brani che si adattano al live: Dream Killers e Rotten Romance, i primi due singoli, Hour Of Sinners, The Velvet… vorrei suonarli tutti e non è detto che non lo faremo, cambiando set tutte le sere.

Se potessi scegliere, con chi vorresti andare in tour?

Credo che sceglierei i Ghost. Stando più con i piedi per terra, abbiamo alcune date a settembre con Temple Balls e Michael Grant. E poi verremo a suonare in Italia, se faranno il Frontiers Festival.

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Bloody Heels: terzo album per la band di Riga.

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