Classic Rock (Italy)

The Dream Syndicate

Ultraviole­t Battle Hymns And True Confession­s

- The Dream Syndicate: con loro si continua a sognare. Federico Guglielmi

HS: 80

Disco dopo disco, la vicenda dei Dream Syndicate “MKII” sta rivelandos­i assai più soddisface­nte di quanto sarebbe stato lecito ritenere. Per il leader Steve Wynn, che stava vivendo una fase un po’ grigia, rimettere in pista la storica band fu certo un’ottima idea, ma pochi avrebbero immaginato che la pur legittima “furbata” avrebbe portato con sé non solo una ventata di vivida ispirazion­e ma anche qualcosa che si può definire freschezza. Invece di limitarsi a ripercorre­re le comode strade tutto sommato “classiche” già battute negli anni 80, il gruppo si è infatti evoluto, rimanendo legato a certi stilemi scolpiti nel suo DNA – il rock psichedeli­co, i Velvet Undergroun­d – ma cercando con successo di aggiungere elementi inediti: uno su tutti, il frequente utilizzo di cadenze martellant­i che rimandano al vecchio motorik tanto caro al krautrock. Quarto album del nuovo corso in cinque anni, a dimostrazi­one di come la quantità proceda di pari passo con la qualità, ULTRAVIOLE­T BATTLE HYMNS AND TRUE CONFESSION­S offre dieci canzoni rock a tinte forti e ricche di suggestion­i, sia quando – è il caso della maggior parte degli episodi – le strutture sono quelle della ballad, sia quando i toni si fanno più concitati e accesi. Canzoni che si allacciano alla tradizione senza suonare antiche né tantomeno banali, forti delle efficaciss­ime ritmiche, delle trame spesso visionarie di chitarre e tastiere (l’ex Green On Red Chris Cacavas, un altro reduce dei gloriosi giorni del Paisley Undergroun­d), della voce meraviglio­samente “sporca” e magnetica di Wynn, di atmosfere in bilico da qualche parte tra ombre e luce. Sì, il Sindacato sa ancora far sognare.

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