The Black Crowes
Happiness Bastards
Vicenda burrascosa, quella dei Black Crowes, come di frequente accade quando a tirarne i fili sono due fratelli che puntano a primeggiare l’uno sull’altro o quando uno vuole almeno evitare di farsi troppo sottomettere. Dai rapporti difficili derivano però spesso risultati esplosivi e nei suoi quattro decenni di attività la band di Atlanta, Georgia, non ha mai rinunciato ad azionare il detonatore; sì, ok, qualche volta le polveri erano un po’ umide e il botto ha lasciato a desiderare, ma, insomma, nel complesso la sua eredità artistica è di grande valore, così come è totalmente encomiabile la dedizione di Chris e Rich Robinson alla causa del più puro classic rock declinato a stelle e strisce. HAPPINESS BASTARDS arriva a cinque anni dalla reunion e a quindici dal precedente “vero” album BEFORE THE FROST… UNTIL THE FREEZE (nel CROWEOLOGY del 2010 sfilano infatti riletture in chiave acustiche dal repertorio storico), e dimostra che i Black Crowes sono sempre… i Black Crowes, appunto. Dieci brani per quasi trentotto minuti, il nuovo lavoro segue comprensibilmente strade già battute, mescolando hard, blues, boogie e spruzzate di altre roots come regola Southern impone. I r’n’r potenti e trascinanti prevalgono in modo netto sulle ballate (appena due, posizionate in chiusura dei lati reali o virtuali), ma più dell’approccio stilistico per forza di cose risaputo HAPPINESS BASTARDS colpisce forte con l’energia, la vivacità, la freschezza del songwriting, la voglia genuina dei “ragazzi” di far tuonare gli strumenti e urlare in faccia a quanti erano pronti a trattarli con la sufficienza che si riserva alle vecchie glorie decadute di essere sempre alive & kicking e decisi a continuare a inalberare la linguaccia come insegnatogli dai papà britannici. Finché durerà, teniamoceli ben stretti.