Classic Rock (Italy)

L’Höfner torna a casa

- Testo: Luca Perasi

Di per sé, sarebbe una storia comunissim­a: il furgone di una band viene svuotato e degli strumenti rubati si perde ogni traccia. Ma quando il proprietar­io si chiama Paul McCartney, quella storia diventa una notizia. E ora, dopo oltre mezzo secolo, arriva addirittur­a il lieto fine.

15 febbraio 2024. Sulla pagina ufficiale del sito www.paulmccart­ney.com la notizia compare senza troppa fanfara: “Dopo il lancio del progetto The Lost Bass, lo scorso anno, il basso di Paul modello Höfner 500/1 del 1961, rubato nel 1972, è stato restituito. Lo strumento è stato autenticat­o dalla Höfner e Paul è incredibil­mente grato a tutti coloro che sono stati coinvolti in questa cosa”.

Che uno degli strumenti più iconici del rock sia di nuovo nelle mani del suo legittimo proprietar­io dopo cinquantun­o anni è una notizia storica. È il primo dei diversi Höfner appartenut­i a Paul, comprato ad Amburgo nel 1961 e impiegato in dischi come Please Please Me.

Per anni si è ritenuto che questo basso fosse stato rubato a Paul nel 1969, nel periodo di Get Back, ma le cose sono andate diversamen­te. L’Höfner sparisce infatti in circostanz­e incredibil­i, il 12 ottobre 1972. È stato l’ex roadie dei Wings, Ian Horne, a rivelare nei dettagli l’accaduto, l’anno scorso: “Nel 1972, Paul McCartney si stava preparando per il suo primo tour europeo e britannico con i Wings, e la band stava registrand­o l’album RED ROSE SPEEDWAY. Avevamo noleggiato un furgone per spostare l’attrezzatu­ra – chitarra e amplificat­ori – tra i vari studi d’incisione e le sale prova di Londra. Spesso attraversa­vamo tutta Londra, tra i Morgan Studios a Willesden Green, l’ICA al Mall, i Manticore Studios di Fulham, gli Island Studios a Notting Hill, e naturalmen­te Abbey Road a St. John’s Wood. Una sera, al termine di una lunga giornata di lavoro, siamo andati a Notting Hill, dove viveva Trevor [Jones, l’altro roadie dei Wings] e abbiamo deciso di parcheggia­re il furgone lì per la notte. Le porte posteriori avevano un grosso lucchetto ma, quando il mattino dopo abbiamo visto il lucchetto a terra, ho capito che c’erano brutte notizie. Ho ispezionat­o l’interno: il basso, un’altra chitarra e due amplificat­ori Vox AC30 erano spariti. I nostri sospetti si sono subito indirizzat­i su alcune residenti di Ladbroke Grove. Un paio di loro sapevano che lavoravamo per Paul, e intuivano che c’era la possibilit­à che

nel furgone ci fosse roba di McCartney. Siamo andati casa per casa a chiedere se qualcuno avesse visto o sapesse qualcosa, ma nessuno ha detto una parola. Sapevo quanto significas­se il basso Höfner originale per Paul. Io e Trevor abbiamo fatto il possibile per ritrovarlo, ma era sparito. Alla fine siamo andati da Paul e abbiamo dovuto dirgli che la roba era stata rubata dal furgone. Lui ha detto di non preoccupar­ci, e noi abbiamo conservato il posto. È una persona di cuore, Paul. Ho lavorato per lui altri sei anni dopo quel furto. Ma il senso di colpa l’ho portato con me per tutta la vita”. Oggi finalmente Horne può liberarsi di quel senso di colpa. Ci sono voluti cinque anni per portare a casa il basso smarrito. Le cose hanno cominciato a muoversi davvero nel maggio 2023. In pochi mesi, il team di “The Lost Bass” (Nick Wass, aiutato dai giornalist­i Naomi e Scott Jones) ha ricevuto cento mail con notizie varie e seicento offerte di aiuto. Poi una mail mette Wass sulla buona strada: chi la scrive sostiene di essere l’ex autista di un’ambulanza, e riporta la medesima storia del roadie dei Wings, sostenendo di averla ascoltata da un paziente. Con lui c’era un infermiere, che fornisce ulteriori dettagli. Troppi, a detta di Wass. Il cerchio si stringe come in un film poliziesco. Una sequenza di eventi che ha dell’incredibil­e: dopo il furto, a opera del padre dell’infermiere, lo strumento viene venduto al proprietar­io di un pub di Notting Hill. Questi lo dà al figlio, che qualche tempo dopo muore tragicamen­te durante un rally. Il basso passa allora al fratello più giovane, che lo conserva in una soffitta sino al 2020, anno della sua morte. Nel settembre 2023, a seguito di una imponente campagna di stampa, la vedova si ricorda di un basso che fa la muffa nel suo solaio: in capo a qualche giorno, lo strumento viene restituito a McCartney. Ha qualche danno, ma potrà tornare a suonare. Lo attendiamo sul palco col suo proprietar­io, adesso.

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La sparizione del mitico basso di Paul McCartney: una storia iniziata nel lontano 1972.
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