L’importanza di ogni giorno
A tre anni da MODERN AGE, Vanessa Peters torna a emozionare riscoprendo le proprie radici.
La cantautrice texana ha consolidato ulteriormente il rapporto col nostro Paese attraverso nove canzoni piene di speranza a testimonianza di una forte rottura col precedente MODERN AGE. In tal senso FLYING ON INSTRUMENTS segna un ritorno alle sonorità degli esordi, con retaggi anche di FOXHOLE PRAYERS. Un disco essenziale e organico, legato a una forma folk e rock più pura.
Prima l’esperienza con gli Ice Cream on Mondays, poi le difficoltà della pandemia e l’ingresso in line-up di nuovi musicisti, tutti italiani, hanno condizionato in parte questo lavoro con cui l’artista ha saputo mettersi a nudo e donare al pubblico tutta se stessa. Molto gira attorno alla passione per la musica dei ’70s, ma nello spettro delle influenze troviamo anche country, Americana e pop.
Cosa volevi cambiare rispetto a MODERN AGE?
Anche stavolta sono partita dalla chitarra acustica, quindi non è cambiato l’approccio, ma il processo è iniziato da due pezzi che erano già pronti all’epoca di MODERN AGE e che avevo lasciato da parte perché non si adattavano col resto del materiale.
La scelta del singolo è poi ricaduta su uno di questi ovvero Halfway Through, perché è il brano più pop e radiofonico.
Ascoltando il nuovo disco si percepiscono però anche vibrazioni rock.
Non mi curo dei generi. Mi hanno sempre considerata folk perché scrivo le canzoni con la chitarra acustica, ma col termine folk si intendono stili diversi tra loro a seconda del luogo in cui ti trovi. FLYING ON INSTRUMENTS è stato pensato per la dimensione live e può avere inciso il fatto che siamo entrati in studio con i pezzi in versione acustica e li abbiamo arrangiati insieme agli altri musicisti, che non li avevano mai provati dal vivo. Una volta curati arrangiamenti e testi, ho lasciato che mio marito, Rip Rowan, si occupasse del mixaggio. Ha fatto risaltare la mia voce e anche il pianoforte, molto più presente in questo lavoro.
Qual è il testo a cui sei più legata?
In Blind Curves parlo delle difficoltà nel fare accettare ai miei genitori la scelta di andarmene da casa e di non cercarmi un lavoro sicuro. So che sono fieri di me, ma anche che avrebbero voluto qualcosa di diverso. In Wasted Days invece parlo di quanto sia importante imparare dai propri errori e fare in modo che ogni giorno della nostra vita non venga sprecato.
Vivi in Italia da tanti anni. Qual è la più grande differenza col Texas?
Qui si dà maggiore importanza al lato umano e alle interazioni con le altre persone. Negli Stati Uniti è tutto troppo frenetico.
FLYING ON INSTRUMENTS è stato recensito su «Classic Rock» n. 133.