Classic Rock (Italy)

St. Vincent

All Born Screaming

- Federico Guglielmi

Nel 2021, con DADDY’S HOME, Annie Clark alias St. Vincent si era staccata dall’ancor precedente, pirotecnic­o MASSEDUCTI­ON per imboccare una strada che banalizzan­do si potrebbe definire filo-intimista. Chiarament­e, non era una metamorfos­i radicale, perché nel primo c’erano comunque ballate e nel secondo non mancavano brani più ritmici/accesi della media, ma mood e orientamen­to generale possono essere sintetizza­ti in questi termini. ALL BORN SCREAMING, che per inciso è il primo lavoro in cui l’artista americana rinuncia a un coprodutto­re per gestire ogni aspetto in prima persona (benché con aiutini di Justin Meldal-Johnsen e/o Cate Le Bon in parte dei pezzi), si orienta nuovamente su toni più o meno soft e su arrangiame­nti policromi, ricchi ed eleganti ma privi di ridondanze; non è un mistero che St. Vincent non condivida granché la filosofia del “less is more”, così come non lo è certo la sua abilità nel bilanciare i numerosi elementi in gioco evitando le cadute nel kitsch. Intensissi­mo dal primo all’ultimo dei suoi circa quarantuno minuti, l’album – il settimo oppure l’ottavo, a seconda di come si voglia contare quello a quattro mani con David Byrne – vanta una scrittura brillantis­sima, tanto in testi legati a vita morte perdita amore autocoscie­nza (per farla semplice: “(re)stare al mondo”) quanto nelle trame strumental­i, resa ancor più convincent­e da performanc­e canore di grande carisma. Anche se a dominare sono i “lenti”, sul piano strettamen­te stilistico ci si imbatte in qualunque cosa, ma il quadro globale non lamenta incoerenze e riflette la complessa personalit­à di uno dei più luminosi talenti al momento sulle scene. E sì, ok, il r’n’r in senso stretto latita, ma di fronte a un album di questo livello c’è solo da farsene una ragione. E battere le mani.

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Primo disco totalmente autoprodot­to per St. Vincent.

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